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Sabato, 27 Aprile 2024
Urbanistica

Altro che "consumo zero": il Comune pronto ad una nuova "stagione del cemento"

Accantonato ogni processo di riduzione dell'edificazione: si punta dritto a sbloccare la possibilità di rendere pienamente edificabile tutta la zona a valle della città, come da anni si tentava di fare

Ad Agrigento sembra ormai tutto pronto per una "stagione del cemento". Autorizzato e persino "benedetto" dal Comune. Un "cambio di rotta" significativo rispetto al passato impresso dalla nuova amministrazione comunale fin dai suoi primi atti. Qualche indizio lo si poteva certamente ricavare dagli atti approvati in queste settimane (come l'attuazione di un piano costruttivo nella zona di Cannatello che è stato votato dalla giunta nonostante vi fosse anche un commissario ad acta già nominato), ma la "prova" di questo chiaro indirizzo - legittimo, sia chiaro - lo si ha cercando un po' più in profondità tra atti ufficiali, ma non pubblici.

Prima però un passo indietro: nel 2019, dopo una lunga fase di interlocuzione con ordini professionali, associazioni ambientaliste e di categoria e interlocutori tecnici e politici il Consiglio comunale delibera delle linee guida per la revisione del piano regolatore generale, che già all'epoca aveva sulle spalle quasi 20 anni e presentava ancora numerose lacune soprattutto sulla zona a valle della città. L'area tra Viillaggio Mosè, Dune, Zingarello e Cannatello è infatti rimasta per anni in una sorta di limbo, con terreni edificabili sui quali, però, non si poteva posare una sola pietra.

L'intuizione dell'allora sindaco Lillo Firetto e della sua squadra amministrativa fu di guardare oltre e pensare a fermare nuove edificazioni in favore di una idea di città più "green". Da quel momento il Comune si attiva per ottenere la revisione del piano, incaricando anche alcuni professionisti esterni (come un geologo e un agronomo) di firmare specifiche perizie per sostenere la progettazione.

Così, siamo al 31 gennaio del 2021 (quindi quattro mesi dopo l'elezione di Micciché), l'allora dirigente del settore urbanistica scrive al nuovo sindaco chiedendo un atto di indirizzo per "sospendere qualunque iniziativa tendente alla formazione di un nuovo strumento urbanistico per non disperdere energie economiche e lavorative". Questo perché, diceva il dirigente, essendo cambiata la normativa si sarebbe dovuto attendere l'approvazione da parte della regione del Ptr, il Piano territoriale regionale che ancora oggi non è mai giunto a destinazione.

Inoltre lo "strumento vigente -scriveva il dirigente - è operativo e utilizzabile e semmai vanno superate alcune singole criticità, come le procedure per ottenere la valutazione ambientale strategica su cinque specifiche prescrizioni" tra le quali le "Case con orto" della zona C4, le realizzazione di alberghi tra la foce del Naro e le Dune (con anche la possibilità di edificare dei villaggi turistici" e le zone C2 per l'edificazione di nuove abitazioni al Villaggio Mosè. Cemento su cemento, in una provincia che sicuramente ha bisogno di alberghi, ma che si spopola sempre più e difficilmente avrà necessità di nuove abitazioni.

La lettera del dirigente provoca una reazione stizzita del sindaco, che dice di "non aver compreso quale atto di indirizzo poteva essere dato", ma che rimarca come sia necessario "rendere attuative le svariate potenzialità delle previsioni inserite nel piano regolatore che contribuiranno a far crescere sia l'occupazione lavorativa sia a migliorare la qualità della vita della nostra città ed a renderla più attrattiva agli investitori con conseguente maggiore richiamo turistico che, oltre alla zona archeologica, può essere meglio attratta dall'utilizzo razionale della nostra costa marina in coerenza e nel rispetto del piano paesaggistico". Il virgolettato, serve precisarlo, viene riportato integralmente, anche con i suoi dubbi di composizione logica.

Micciché quindi ribadisce che è "interesse di questa amministrazione poter dare risposte ai tantissimi cittadini che pagano l'Imu perché titolari di un diritto edificatorio mortificato da una coerenza di pianificazione sia pubblica che privata per mancanza cultura partecipativa e assicurativa", e si invita quindi si invita gli uffici a "porre in essere tutto quanto ritenga opportuno per rendere attuative le previsioni contenute nel vigente strumento urbanistico per sfruttarne tutte le potenzialità".

"Si ritiene, per ora - conclude Miccichè ricalcando però parole usate dal dirigente - inutile disperdere le energie per la redazione di un nuovo piano regolatore generale anche in considerazione che, in base all'ultima legge regionale, occorre aspettare la nuova pianificazione regionale".

Nel frattempo, quindi, le betoniere possono scaldare i motori. 

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