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Sabato, 27 Aprile 2024
Corte di appello / Cattolica Eraclea

Estorsione per la gestione dello stadio? Confermate 6 assoluzioni

In primo grado erano stati tutti scagionati ma il presidente dell'associazione aveva impugnato il verdetto insistendo di essere stato vittima di pressioni indebite

Soldi e minacce in cambio della gestione dello stadio comunale di Cattolica: la Corte di appello di Palermo conferma il verdetto di primo grado con cui erano state decise sei assoluzioni.

Il processo scaturisce da un’inchiesta che ipotizzava pressioni indebite dietro l'affidamento della gestione dello stadio di Cattolica Eraclea. Gli imputati in origine erano sette: Giuseppe Costanza, 56 anni; Gaspare Tutino, 69 anni; Carlo Calogero Baldone, 54 anni; Giuseppe Schembre, 44 anni; Francesco Gambino, 58 anni; Giuseppe Lauricella, 54 anni; tutti componenti di un'associazione sportiva e l'ingegnere Valeria Maria Tutino, 44 anni, all'epoca dei fatti dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune.

Estorsione per la gestione dello stadio, riparte processo

Quest’ultima è l’unica a uscire del tutto dal processo perché la parte civile non ha impugnato il verdetto nei suoi confronti. I reati contestati erano la diffamazione, la tentata estorsione e l'abuso di ufficio. L'ingegnere Tutino, in particolare, era accusata di avere emesso una determina con la quale assegnava un contributo di 4mila euro a un’associazione di cui il padre Gaspare e il marito Giuseppe Schembre erano membri e quindi, secondo l’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica, sarebbe stata incompatibile a trattare quella pratica.

Ma non solo: il provvedimento, emesso il 7 dicembre del 2011, sempre secondo l'ipotesi accusatoria che non ha retto al vaglio del processo, sarebbe stato illegittimo anche perché contrastava con un’ordinanza del sindaco ed era privo di documentazione. Una tesi che è stata smentita dagli imputati che, durante il processo, hanno sostenuto la legittimità del provvedimento sia in relazione alla conformità con quello precedente del sindaco che riguardo ai documenti.

Tutti gli altri imputati (il collegio difensivo era composto dagli avvocati Santo Lucia, Angelina Spagnolo e Giovanni Vaccaro) erano accusati di tentata estorsione: secondo la Procura i componenti dell’associazione sportiva dilettantistica avrebbero cercato di convincere il presidente di un’altra associazione, che si è costituito parte civile e ha impugnato pure le assoluzioni, con minacce e aggressioni verbali, a cedere loro la società per incassare i contributi pubblici. Così, secondo il suo racconto, avrebbe trovato la struttura chiusa negli orari in cui era stato autorizzato dal sindaco a utilizzarla e poi sarebbe stato costretto per oltre un anno a pagare una somma mensile fra i 70 e i 100 euro per usare lo stadio.

L'assoluzione di primo grado è stata impugnata dalla parte civile, ovvero dal presidente dell'associazione che sosteneva di essere stato vittima di pressioni indebite. L'eventuale riforma della sentenza, quindi, avrebbe portato solo al risarcimento.

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