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Storie di fantasmi

Quei luoghi in Sicilia tra mistero e leggenda che nessuno conosce: tre nell’Agrigentino

Un itinerario per conoscere da vicino castelli e palazzi infestati dai fantasmi insieme a Beniamino Biondi. Si parte da quella casa a Palazzo Quartana citata da Pirandello

Ci sono luoghi carichi di fascino e mistero e in cui la storia incontra il racconto popolare per trasformasi in leggenda. Storie di fantasmi, di apparizioni inspiegabili, scene che si ripetono da secoli come un nastro che manda sempre la stessa canzone.  Anche in Sicilia sono numerosi i castelli, le ville, i  palazzi infestati che racchiudono aneddoti spesso macchiati di sangue e di violenza. A dipingerne un dettagliato itinerario, con tanto di cartina con le indicazioni geografiche,  lo scrittore, poeta e critico cinematografico agrigentino Beniamino Biondi, che ha scritto “L’isola spettrale. Guida immaginifica ai fantasmi di Sicilia”, con la prefazione di Rosario Battiato.  Questo entusiasmante viaggio alla scoperta delle case degli spiriti non può non cominciare da Agrigento.

“Le mie sono storie che partono da un fondamento storico- racconta Biondi- che narrano di violenza di morte, di classi sociali e il filo conduttore è sempre l’amore. Racconti che l’immaginario popolare ha poi trasformato in leggende, nate per ridare sono solo dignità ai suoi protagonisti, spesso donne, ma a quei luoghi il più delle volte dimenticati”. Un modo  originale questo anche per scoprire da vicino posti che nessuno conosce, spesso sfitti o peggio abbandonati all’incuria umana  che meriterebbero una rivalutazione storico-culturale. “Tre sono le vicende legate ad Agrigento- continua lo scrittore-  la casa del Granella quella della novella di Pirandello, il fantasma di Madonna Giselda del Castello di Naro e quello del Palazzo Bellacera a Cominiti”.

I tre luoghi infestati nell'Agrigentino

Partiamo da Pirandello, da quella casa a Palazzo Quartana nei pressi di piazza Bibirria, da tempo chiusa perché si dice sia stregata come nel racconto: “ Oltre al riferimento a Pirandello che ha ambientato la storia di una coppia alle prese con i fantasmi- precisa lo scrittore- ho anche raccolto le testimonianze del  personale che ha lavorato in quei locali che un tempo ospitavano una scuola elementare. Siamo negli anni ’80 e qui si udivano strani rumori, le finestre si aprivano all’improvviso e i banchi e le sedie sistemate il giorno prima il più delle volte non erano allo stesso posto il giorno seguente”. Verità o leggenda metropolitana? Poco importa, una cosa è certa l’immobile venne rinchiuso e le voci sulla presenza di spiriti infernali tra quelle pareti ancora si rincorrono nel centro storico di Girgenti.

A Naro invece si narra della presenza, una volta l’anno, nel Castello dei Chiaramonte di Madonna Giselda in compagnia di un usignolo che canta un lamento struggente. Giselda, come dice la storia,  fu vittima di un tragico destino. Era innamorata di Beltrando, ma il marito, un geloso signore di Naro, quando scoprì il tradimento gettò l’amante dalla torre e rinchiuse la donna nella stessa che si lasciò lentamente morire. Un’altra leggenda dice che Giselda una volta morta perseguitò il principe suo marito e lui per disperazione si uccise, dopo il fantasma della castellana tornò al castello dove il suo pianto in cerca dell’amore perduto si sentirebbe ogni 15 agosto.
 
Invece a vagare nel palazzo Bellacera in piazza Umberto I a Comitini ci sarebbe l’anima di Federico d’Aragona, visto nel 1577 da  Don Pietro Carrera. Sarebbe stata la volontà divina a condannarlo a una non –vita da spettro in completa solitudine.

Le case più terificanti nel resto dell'Isola
 

E nel resto della Sicilia quali sono i luoghi più terrificanti? Innumerevoli i casi nell’Isola citati nel libro, ecco i più eclatanti per ogni comune. C'è la casa dei tre tocchi a Cassibile, frazione di Siracusa, dove la memoria incontra la fantasia e le leggende sono degne di un film horror.  Tra queste c'è la storia delle tre sorelle talmente brutte da non trovare marito che morirono in solitudine e della maledizione lanciata verso chi non avesse bussato tre volte alla porta in senso di rispetto, c’è chi ancora oggi passando da quelle parti suona il clacson tre volte per non fare un dispetto a nessuno. E avete mai sentito parlare dei sette cani neri e della sposa defunta?  Siamo a Torre San Filippo a Ragusa, qui una giovane sposa si invaghì di un guardiacaccia, scoperto il tradimento il marito uccise l’uomo e sciolse sette cani neri per uccidere la donna che in preda alla disperazione si gettò nel vuoto, il sette di ogni mese la scena tornerebbe a ripetersi.  Quella della “Cuba delle Rose” è ambientata ad Alcamo in provincia di Trapani al castello di Calatubo, dove il fantasma della baronessa, ogni 19 febbraio dell’anno, apparirebbe alla ricerca delle sue rose che fiorivano solo di notte e in sua presenza.

A Calatanissetta e precisamente nel comune di Mussomeli  a fare paura  il castello manfredonico, dove si sarebbe consumata la tragedia delle tre sorelle del principe Federico III di Aragona da lui murate vive nella stanza per proteggerle durante  la guerra, in queste stanze anche lo spettro della Baronessa di Carini, uccisa dal padre per adulterio. A Palermo a far rabbrividire la villa di Mondello, che un tempo si racconta fosse una casa di piacere, qui a non trovare pace gli spiriti di prostitute brutalmente uccise forse dai tedeschi , c’è chi dice che al suo interno  venivano torturati i soldati, ma sono tante le vicende legate alla casa che superano l’inverosimile.

Si prosegue a Messina in quello che resta del monastero di San Filippo il Grande, vicino alla  grotta dove visse San Filippo d’Agira, in cui alcuni anni fa dei  bambini che per caso si trovavano da quelle parti  senza vedere nessuno udirono dei passi sempre più vicini e una voce sempre più assordante, era forse il fantasma del santo? Il nostro tour dell’orrore si conclude  al castello di Maniace nell'omonimo comune a Catania, dove  numerosi scrittori hanno testimoniato di aver sentito tra i suoi  corridoi  i lamenti di un fantasma, forse il cardinale Roderic Llançol de Borja poi papa papa Alessandro VI o  Lady Hamilton, l’amante di Horatio Nelson o la regina Elisabetta I d’Inghilterra? Dopo il 1903 nessun altro avvistamento è stato registrato. 
 

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