rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Pubblicazioni

La conversazione “impossibile” tra Pirandello e Sciascia diventa ora possibile: in libreria il dialogo-spettacolo di Matteo Collura

Due giganti della letteratura del Novecento in un confronto già andato in scena a Taormina, Milano, Racalmuto e Agrigento. Così tanto apprezzato da essere pubblicato per l’editore Rubettino

Come potrebbe essere un dialogo, un confronto estremamente sincero, disincantato e caratterizzato anche da ammirazione l’uno per l’altro tra Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia? Lo ha immaginato lo scrittore e giornalista agrigentino Matteo Collura con un suo testo portato in scena sottoforma di spettacolo breve, un reading recitato dallo stesso Collura nei panni di Pirandello e da Fabrizio Catalano nel ruolo del nonno Leonardo. 

Prima di diventare un libro, già disponibile da alcuni giorni in libreria (edito da Rubettino, 10 euro), la conversazione “impossibile” è andata in scena per la prima volta al teatro Antico di Taormina nel 2021 in occasione del centenario della nascita di Leonardo Sciascia. Centenario celebrato quasi in contemporanea con il trentesimo anniversario della sua scomparsa registratosi meno di due anni prima. “Questo - scrive Collura nella nota introduttiva - per coloro che sull’autore dell’Affaire Moro avevano qualcosa da dire (suoi familiari, amici, testimoni diretti o indiretti, biografi, ed è il mio caso) è stata una coincidenza piuttosto impegnativa. Personalmente mi è capitato di scriverne e parlarne di continuo. Per questo quando Antonella Ferrara, ideatrice e conduttrice del festival letterario di Taormina (Taobuk), mi ha chiesto qualcosa di “particolare” per ricordare Sciascia a un secolo della sua venuta al mondo, mi sono trovato come spremuto, incapace di trovare qualcos’altro che non suonasse come una rimasticazione (concetto usato da Sciascia, questo, e per dire di come tutto sia già stato scritto: “Siamo ruminanti…”).

Cosa aggiungere dopo aver già portato in giro per l’Italia una conferenza alla quale avevo affidato tutto quanto avevo da dire sullo scrittore? Un riepilogativo, scrupoloso lavoro da me considerato, allora, definitivo e che avevo già esibito nella stessa Taormina, in occasione di una precedente edizione di Taobuk, e in seguito nella Biblioteca Lucchesiana di Agrigento.

Pensandoci bene forse fu proprio lì, in quel luogo che Pirandello descrive nel romanzo Il fu Mattia Pascal, che mi venne l’idea di come dire qualcosa di nuovo e di diverso su Sciascia. E qui va aggiunto che in mio soccorso venne il ricordo di una geniale trovata letteraria risalente al periodo compreso tra il 1974 e il 1975, quando scrittori come Arbasino, Eco, Manganelli fecero parlare alla radio personaggi morti da secoli (anche da millenni: indimenticabile la resurrezione di Tutankhamon cui Carmelo Bene prestò la voce). “Le interviste impossibili”, il titolo di quelle straordinarie trasmissioni di Radio Rai. Interviste impossibili: perché non inventare anche una conversazione impossibile?

Al suo manifestarsi l’idea era questa: nel visitare quei locali in cui cataste di libri sono lasciati marcire nell’abbandono (prima del restauro e della riapertura al pubblico della Lucchesiana, risalente al 1990), il Maestro di Regalpetra s’imbatte in Luigi Pirandello, tornato in quel luogo alla ricerca del tempo perduto, inevitabile negli esseri umani avvezzi a ripensare al proprio passato. Trovatisi l’uno di fronte all’altro, i due scrittori intraprendono una promettente conversazione, che però procede alquanto squilibrata, perché, per evidenti motivi anagrafici, Pirandello nulla sa di Sciascia, mentre Sciascia molto sa di lui, avendone letto i libri e avendo assistito a svariati suoi drammi teatrali. Sta qui, il bello della trovata. Senonché, mi sono reso conto che l’ambientazione dell’immaginario dialogo in una biblioteca, e per di più in quel guazzabuglio di libri che a quel tempo era la Lucchesiana, avrebbe causato non pochi problemi di carattere organizzativo e logistico. E dunque ecco il perfezionamento dell’idea, secondo quanto lo stesso Pirandello fa dire a un suo personaggio che un po’ lo rappresenta: “È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle. Cinque ore, dalle otto alle tredici…” E così ecco Sciascia confondersi con quelle strane creature, una di quelle mattine domenicali. Oltretutto mi è parso funzionasse di più.

Cominciata allo scoccare delle tredici in uno studio, quello di Pirandello, la conversazione prese veloce corso, andando avanti con sempre mio maggiore divertimento. Una volta conclusa, non restava che affidarla a un regista, il quale avrebbe scelto gli attori cui affidare la parte rispettivamente di Pirandello e di Sciascia. Fabrizio Catalano, nipote dello scrittore di Racalmuto, mi sembrò il più adatto. A Fabrizio l’idea piacque, ma mi fece subito presente che non avrebbe avuto il tempo di trovare gli attori (che a loro volta non avrebbero avuto il tempo di mandare a memoria le rispettive parti), perché la serata dedicata a Sciascia nell’edizione 2021 di Taobuk era stata fissata da lì a una decina di giorni. Come uscirne? Fu a quel punto che immaginai me stesso davanti a un leggìo dare la parola a Pirandello, e Fabrizio Catalano fare lo stesso con il nonno.

Il successo della conversazione, finalmente resa possibile quella sera a Taormina, nientemeno che sulla ribalta del Teatro Antico, fu tale da incoraggiarci a ripeterla in altri ambiti, l’ultimo dei quali quello che fu il salotto di casa Manzoni, a Milano.

Ora eccola fissata in un volumetto, la Conversazione (im)possibile. E ognuno può vedere al leggìo l’interprete che crede, persino lo stesso Luigi Pirandello e lo stesso Leonardo Sciascia”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La conversazione “impossibile” tra Pirandello e Sciascia diventa ora possibile: in libreria il dialogo-spettacolo di Matteo Collura

AgrigentoNotizie è in caricamento