"Pizzo sulle buste paga dei dipendenti", nuove prove della Procura

Il pubblico ministero Matteo Delpini produce una nuova consulenza contabile in cui ricostruisce i movimenti di denaro sospetti. La difesa chiede un termine per esaminarla e l'udienza, fissata di sabato mattina per velocizzare i tempi del procedimento, viene rinviata al 16 giugno. 

LEGGI ANCHE: Pizzo sulla busta paga, lavoratori parte civile

Il processo è quello a carico dei responsabili di due coop di Licata, accusati di estorsione ai propri dipendenti attraverso il classico sistema del "pizzo" sulla busta paga. Un'operatrice delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”, inizialmente accusata di avere mentito alla Procura per coprire i propri datori di lavoro che le avrebbero imposto il pizzo sulla busta paga, aveva iniziato la sua totale retromarcia e all'udienza precedente, ufficialmente, è stata ammessa come parte civile. Altri due colleghi hanno fatto lo stesso. 

Gli imputati sono sette. Il personaggio principale è l’avvocato Rosario Magliarisi; nella lista anche Linda Modica, 49 anni, responsabile delle due comunità d’accoglienza per minori e malati psichici; Angelo Magliarisi, 46 anni, fratello di Rosario, amministratore delle Onlus dall’aprile del 2009 all’ottobre del 2014; Carmela Di Blasi, 67 anni, madre dei Magliarisi, amministratrice delle coop nel periodo antecedente al figlio, Florinda Zagra, 38 anni, impiegata delle coop addetta alla gestione contabile dei rapporti con i dipendenti; e Luciano Ballacchino, 39 anni, amministratore unico della cooperativa “Arcobaleno” dall’ottobre del 2014 al maggio dell’anno successivo.

Le principali accuse ipotizzate sono l'associazione a delinquere, l'estorsione e l'appropriazione indebita.