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Scuola alla zona Asi "blocca" nuovo impianto di rifiuti, Legambiente: "Trovare una soluzione"

L'associazione ambientalista è intervenuta rispetto all'annosa vicenda che riguarda l'istituto "Fermi" chiedendo al Libero consorzio un intervento

Scuola ospitata in un'area industriale "blocca" la realizzazione di un impianto per il trattamento dell'umido: Legambiente chiede soluzioni prima del nuovo anno scolastico.

L'associazione ambientalista, attraverso il presidente del circolo "Rabat" Daniele Gucciardo, è intervenuto per sollecitare una soluzione rispetto ad una vicenda realmente annosa: da anni, infatti, l'istituto professionale "Fermi" si trova ospitato in una struttura nel cuore della zona industriale tra Agrigento, Favara e Aragona, dopo che la sede di via Piersanti Mattarella venne chiusa d'urgenza perché si rivelò essere costruita con calcestruzzo depotenziato. Un trasferimento che venne all'epoca contestato proprio in considerazione della vocazione della zona Asi, ma che di fatto venne considerato l'unico scenario possibile a quella data.

Da un paio di anni, adesso, si cerca di trovare un sito alternativo per la scuola, per un motivo molto preciso: l'impossibilità di far coesistere l'istituto con un futuro impianto di trattamento dei rifiuti umidi che dovrebbe sorgere proprio nella zona Asi, a breve distanza dalla sede dell'Ipia. Un impianto oggi bloccato dalla Regione finché la scuola resterà lì.

"Da più parti si ritiene, in virtù del rispetto delle norme vigenti, che tale Istituto debba trovare una sede diversa da quella attuale poiché le attività scolastiche sono incompatibili con le attività svolte in un’area industriale - dice oggi Gucciardo - . Il perdurare di questa situazione sta danneggiando sia gli studenti e il personale scolastico che le attività imprenditoriali che si trovano attorno all’edificio utilizzato dall’Enrico Fermi, poiché non riescono ad ottenere le autorizzazioni necessarie per implementare le proprie attività a causa della localizzazione della scuola a distanza ravvicinata dai loro impianti. Si tratta di un controsenso: la scuola dentro la zona industriale non potrebbe starci ma siccome c’è è inevitabilmente e giustamente considerato un 'luogo sensibile' per il quale occorre garantire i massimi livelli di tutela della salute. Agrigento ha bisogno di scuole, o meglio di immobili, adeguati alle esigenze scolastiche, ma ha bisogno anche di imprese che possano lavorare bene e pianificare il proprio futuro. Tra queste ci sono imprese che vorrebbero dedicarsi alla realizzazione e gestione di impianti per il trattamento dei rifiuti secondo il modello dell’economia circolare, di cui il nostro territorio ha grande bisogno, che a causa di questa convivenza non riescono a farlo. Invece di risolvere un problema, la sede dell’Istituto 'Fermi', se ne sono creati due: una scuola in un luogo non adeguato e un vincolo alla realizzazione delle attività imprenditoriali".

Sul tema si registra anche un intervento del responsabile rifiuti economia circolare di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo: "Invitiamo le istituzioni competenti ad addivenire al più presto ad una soluzione che tenga conto delle giuste e legittime esigenze degli studenti e delle realtà industriali, che consenta ai giovani studenti dell'Enrico Fermi di guardare al futuro con ottimismo in una nuova sede e alle imprese dell'area industriale di rinnovare il loro impegno per la transizione verso l'economia circolare".

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