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Cronaca

"Le vie dei tesori", ecco i 17 luoghi da visitare ad Agrigento

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

1.    Basilica dell’Immacolata e Conventino dei Frati Minori Conventuali
Il gioiello francescano
della famiglia Chiaramonte

I due monumenti sono la massima espressione della devozione francescana agrigentina, legata alla potente famiglia Chiaramonte. La basilica, sobria all’esterno con due campanili, fu edificata alla fine del XIII secolo, nell’ambito di un ampio complesso conventuale. Ma venne in seguito rimaneggiata, soprattutto nel 1788 e dopo i bombardamenti del 1943 che danneggiarono una parte del tetto e della volta. All’interno, tra le opere da ammirare, i dipinti sulla vita di san Francesco e una Madonna attribuita ad Antonello Gagini. Annesso alla basilica è il Conventino chiaramontano. Qui prese i voti, nel 1391-1392, il beato Matteo Cimarra. Sarebbe questa l’Aedes Magna che nel 1307-08 Matteo Chiaramonte donò ai francescani. Un pregevole portale, fiancheggiato da due bifore, immette dentro la Cappella di Sant’Antonio, con imponenti volte a crociera e capitelli finemente intagliati. 
Piazza San Francesco
VENERDI | SABATO | DOMENICA (esclusi sabato 22 e 29) 
Orari: 10 – 13 e 15,30 – 18. Durata: 30 minuti. Accessibile ai disabili (non accessibile il Conventino)

Secondo anno de "Le vie dei tesori"


2.    Biblioteca Lucchesiana
Il tesoro settecentesco
donato dal vescovo

Il vescovo Andrea Lucchesi Palli, di nobile famiglia e di grande cultura, il 16 ottobre 1765 fondò la Biblioteca Lucchesiana“senza risparmio di fatiche né di spese”, per contribuire alla formazione di “maturi cristiani e responsabili cittadini”. Donò alla comunità cristiana un edificio di sua proprietà, adiacente al Palazzo vescovile, e tutto il suo patrimonio librario, poi ulteriormente arricchito nel corso dei secoli. Oggi la Biblioteca custodisce 60mila volumi preziosi: manoscritti, incunaboli, testi arabi e codici miniati. Si ispira, nell’impianto progettuale, a quella di San Martino delle Scale realizzata dall’architetto palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia: pianta rettangolare, scaffalature in due ordini sovrapposti e ballatoio per la fruizione dei livelli superiori, protetti da ringhiera in ferro battuto. Un luogo di sapere e di intime meditazioni. All’interno, anche alcune installazioni della mostra “Ecstasy and Oracles” del fiammingo Jan Fabre.
Via Duomo 96 (l’ingresso è dal Museo diocesano)
VENERDI | SABATO | DOMENICA 
Orari: 10 – 18. Durata: 20 minuti. Accessibile ai disabili


3.    Cattedrale di San Gerlando e Sagrestia monumentale
Il gigante fragile
e la lettera del diavolo

Tanto splendida quanto fragile, chiusa al culto nel 1966 dopo una frana rovinosa,poi messa in sicurezza e riaperta nel 2014, ma ancor oggi minacciata dallo smottamento della collinetta. Ecco la Cattedrale di San Gerlando,rara testimonianza di architettura arabo-normanna, fondata attorno al 1093. L’interno, che rispecchia vari stili, è riccamente decorato e pieno di opere d’arte. Visitabile anche la ricca Sagrestia monumentale, della fine del Cinquecento, in legno finemente scolpito, che custodisce pregevoli paramenti sacri, dove la domenica si potrà assistere a un laboratorio di restauro. Nell’archivio della torre (attualmente in restauro e non aperta al pubblico) si conserva la copia della “lettera del diavolo”un misterioso documento, che, secondo una suggestiva leggenda, ripresa pure da Tomasi di Lampedusa e Andrea Camilleri, sarebbe stato dettato da Belzebù in persona a una suora del monastero di Palma di Montechiaro. In occasione del festival, la “lettera” verrà spostata nella sacrestia e quindi visitabile. 
Piazza don Manzoni
VENERDI | SABATO | DOMENICA 
Orari: 10 – 18. Durata: 20 minuti. Non accessibile ai disabili


4.     Chiesa di San Domenico
La Concattedrale
dove trionfa il barocco

È un viaggio nella Sicilia barocca, che odora di incenso e risplende di decori e affreschi. Da non perdere la visita a questa chiesa, compresa nell’ampio complesso domenicano, nella centrale piazza Pirandello. Qui, nel 1642, si trasferirono i monaci da un primo insediamento che si trovava, per volere dei Chiaramonte, nel quartiere arabo della città. La facciata si sviluppa su due ordini, con forme slanciate e maestose. Utilizzata come concattedrale, durante i periodi di chiusura della cattedrale di San Gerlando, la chiesa è uno scrigno di tesori. L’interno, a navata unica, contiene otto cappelle, quattro per lato, ricche di tele del XVII e XVIII secolo. Custodita pure una preziosa Crocifissione cinquecentesca, attribuita a Pompeo Buttafuoco, uno dei migliori interpreti dell’arte fiamminga locale. La Cappella del Crocifisso accoglie un dolente Cristo rinascimentale, al quale fa da sfondo un settecentesco reliquiario. Di particolare pregio le due cantorie e l’organo. Una bellissima sorpresa delle ultime ore: sarà possibile vedere la “scala elicoidale a monoblocco” che conduce al campanile.
Piazza Luigi Pirandello
VENERDI | SABATO | DOMENICA 
Orari: 10 – 13 e 15,30 -18. Durata: 30 minuti. Accessibile ai disabili


5.    Chiesa di San Lorenzo o del Purgatorio

Il candore dello stucco
e l’arte della meraviglia

Nel cuore del centro storico, ecco la chiesa di San Lorenzo, sorta nella seconda metà del XVII secolo, probabilmente sui resti di una chiesa preesistente. Costituisce un raro modello di “barocchetto” siciliano, divulgato in Sicilia dagli scultori palermitani della bottega del grande Giacomo Serpotta, il genio dello stucco. Il portale è caratterizzato da colonne tortili, poggiate su pilastri e concluso in alto da un timpano spezzato. Al centro dei due ordini si stagliano due medaglioni che presentano in basso San Lorenzo e in alto le Anime del Purgatorio. Una scala in pietra di forma elicoidale porta a un campanile quadrato. Nell’interno gli stucchi sfarzosi ricoprono le pareti interne della chiesa, con un apparato allegorico composto da otto statue di donna, trattate a tutto tondo, personificazione delle Virtù morali. La cupola è decorata con un immenso e vorticoso affresco del pittore agrigentino Michele Narbone, secondo gli stilemi illusionistici del tempo. 
Piazza Purgatorio
VENERDI | SABATO | DOMENICA 
Orari: 10 – 18. Durata: 20 minuti. Accessibile ai disabili


6.    Chiesa di San Nicola
L’arte romanica tra gli ulivi
e “Il Signore della Nave”

La chiesa di San Nicola, nascosta tra ulivi secolari, è uno dei maggiori esempi di architettura cistercense tardo-romanica della Sicilia. L’edificio, costruito in epoca normanna, fu ampliato nel 1219 dai frati cistercensi di Santa Maria di Adriano. Il convento, invece, fu fondato nel 1426 dal beato Matteo Cimarra, che introdusse in città il movimento dell’Osservanza francescana. Due contrafforti circoscrivono lo splendido portale gotico caratterizzato da cinque archi a sesto acuto. L’interno, a un'unica navata, ha la rara presenza dell’iconostasi: una struttura divisoria con funzione di separazione tra il quadratum populi e la parte monastica. Sono presenti opere liturgiche di valore artistico, tra le quali il Crocifisso ligneo del XV secolo, chiamato “Signore della Nave”, al quale si ispirò Luigi Pirandello nel dramma omonimo.
Via Passeggiata archeologica, 20
VENERDI 14, 21, 28 settembre e SABATO 15 e 29 settembre
Orari:  9 - 12.30. Durata: 20 minuti. Non accessibile ai disabili

7.    Chiesa di San Pietro
Il gioiello citato da Pirandello
riaperto dopo mezzo secolo

Riaperta al pubblico solo recentemente, la chiesa di San Pietro è tornata a splendere dopo oltre cinquant’anni di abbandono. Non più adibita al culto, la chiesa è oggi, oltre che un monumento di eccezionale bellezza, un tempio della cultura. Di epoca settecentesca, dalla facciata in stile neoclassico, rappresenta un pezzo di storia della città di Agrigento. Al suo interno conserva un bene artistico di straordinario pregio: dodici affreschi del pittore palermitano Giuseppe Crestadoro, vissuto nella seconda metà del Settecento, raffiguranti i momenti più importanti della vita di San Pietro. È lo stesso Luigi Pirandello a fare riferimento alla “chiesetta” in alcune sue opere ed è proprio a San Pietro che è ambientata la sua novella “La madonnina”, i cui protagonisti sono gli stessi abitanti della via che oggi prende il suo nome. 
Via Pirandello, 1
VENERDI | SABATO 
Orari: 10 – 13 e 15 -20. Durata: 30 minuti. Accessibile ai disabili.


 8.   Chiesa di Santa Caterina
La perla del quartiere arabo
colpita dalla frana

La chiesa è stata edificata nella seconda metà del Quattrocento nel Rabato, il rione superiore della città araba, rimasto immutato fino alle manomissioni del Novecento e alle demolizioni post-frana del 1966. La chiesa, tra le strutture più colpite, si presenta oggi a unica navata sormontata da una volta in gesso consolidata negli anni Novanta. L’originaria volta a botte è crollata a causa della frana, ma le tracce sono ancora leggibili sui muri, al di sotto delle nuove capriate. Della chiesa rinascimentale rimangono rari esempi della statuaria lignea cinquecentesca, tra le più antiche della diocesi, tra cui Santa Caterina e Sant’Antonio Abate, realizzate dalla bottega dei Lo Cascio di Chiusa Sclafani. Recenti restauri hanno consolidato le coperture, la torre campanaria e la scala in pietra. Oggi la chiesa accoglie una mostra lapidea, caratterizzata da conci di archivolto, brani di affreschi, puttini e la vera di pozzo con lo stemma della città di Agrigento, che rendono memoria del disastroso evento franoso del 1966.  Una mostra lo racconta. A cura della Soprintendenza.
Via Giuseppe Garibaldi 148-156
VENERDI | SABATO | DOMENICA 
Orari: 10 – 18. Durata: 20 minuti. Non accessibile ai disabili


9.     Chiesa di Santa Maria dei Greci  
Il tempio pagano trasformato
in simbolo di Cristianità

In questo luogo si fondono il mondo pagano e quello cristiano. La chiesa del XII-XIII secolo, infatti, è stata edificata sui resti di un antico tempio di Giove Polieo o di Atena, del quale sarà visibile eccezionalmente il crepìdoma (la piattaforma a gradini) recentemente scoperto.  Detta “dei Greci” perché fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso. Divenne poi cattedrale cattolica, prima di San Gerlando. Meta di pellegrinaggi in età medievale,conserva ancora, incisi sulla pietra, i segni della “triplice cinta”, ovvero tre simbolici quadrati concentrici che i visitatori solevano lasciare sui siti sacri dove andavano a pregare. Sono visibili le trasformazioni avvenute nel XIV secolo, nel periodo dell’influenza della famiglia Chiaramonte e di quella spagnola dei Pujades, che governò Agrigento per il Regio demanio, come rivelano le insegne sul portale. L’interno è spoglio, con tracce di un ciclo di affreschi trecentesco sulla “Madonna del latte”. Durante recenti restauri, sono stati trovati la cripta e il colatoio.  Nei locali attigui, allestita una mostra fotografica su Pirandello, a cura della Soprintendenza.
Salita Santa Maria dei Greci
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 20 minuti. Accessibile ai disabili


10.     Ex collegio dei padri Filippini

Viaggio nell’arte,
dal Quattrocento al Novecento

Un viaggio nell’arte, lungo sei secoli. L’ex Collegio, costruito nel 1656, oggi èuna preziosa pinacoteca. Si parte dalla sezione antica, con tavole e tele realizzate tra il Quattrocento e il Settecento da fra’ Felice da Sambuca, fra’ Fedele da San Biagio, Giuseppe Cristadoro, Pietro Novelli, Luca Giordano, Vincenzo degli Azani, Vincenzo Camuccini. Straordinaria la galleria intitolata a Giuseppe Sinatra con oltre cento opere del pittore palermitano Francesco Lojacono (1838-1915) e dei suoi discepoli, capolavori del vedutismo ottocentesco che restituiscono scorci di una Sicilia scomparsa. All’ultimo piano sono espostele tele di Raffaello Politi, Tommaso Santella, Gianbecchina e Philippone. Al piano terra,si può ammirare un presepe di Roberto Vanadia. Ma c’è pure una sorpresa: i Pupi di Carmelo Guarneri.
Via Atenea, 270
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 30 minuti. Accessibile ai disabili


11.     Giardino botanico
Un paradiso terrestre
con ventimila piante

Settantamila metri quadrati di verde incastonati nel cuore della Valle dei Templi, a poche decine di metri dalla linea delle fortificazioni dell'antica Akragas e del Parco archeologico. Oltre ventimila piante riferibili a oltre trecento culture ed essenze diverse, espressione tipica della vegetazione mediterranea. È un museo a cielo aperto il Giardino Botanico di Agrigento, nato negli anni Novanta. Fu la Provincia di Agrigento, proprietaria di questa vasta estensione di terreno, a iniziare la bonifica dell'area con lo scopo di realizzare, in collaborazione con l’Università di Palermo, un luogo capace di custodire, recuperandolo o integrandolo, il patrimonio vegetale che ricopriva il sito. Patrimonio verde ma non solo: sono presenti pregevoli testimonianze archeologiche, ipogei, caverne naturali, reperti fossili calcarenitici. 
Via Demetra, 1
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 20 minuti. Non accessibile ai disabili


12.    Monaastero e chiostro di San Pietro (Badia Grande)
Il gioiello trecentesco
delle monache cistercensi

È il più celebre dei monumenti medievali della città. Per gli agrigentini è “Bataranni”, in dialetto, che significa la Badia Grande. È stato fondato nel 1299 dalla marchesa Rosalia Prefoglio, moglie di Federico I di Chiaramonte e madre di Manfredi, che negli ultimi anni della sua vita decise di donare la struttura alle monache benedettine dell'ordine cistercense. L’ingresso immette in un bellissimo chiostro. Al pianterreno: la cappella eretta da Costanza II di Chiaramonte intorno al 1350; l’Aula capitolare, con portale, due grandi finestre bifore in stile chiaramontano con modanature a zig zag e un soffitto dominato da magnificenti archi ogivali; il refettorio realizzato nel 1621. Al primo pianoil dormitorio, con soffitto ligneo e archi a sesto acuto della prima metà del Seicento e la Sala della Torre. L’ultimo piano ospita la sezione etno-antropologica del Museo civico.
Cortile Santo Spirito, 9
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 20 minuti. Parzialmente accessibile ai disabili


13. Museo diocesano - Mudia
Lo scrigno dei tesori
della Chiesa agrigentina

Epigrafi, dipinti, documenti, reliquari. Unaricca collezione ricostruisce la storia della Diocesi agrigentina dal XII al XIX secolo. Le saleaccolgono preziosi manufatti realizzati non solo da maestranze locali, ma anche nazionali e internazionali. Tra le testimonianze medievali più rappresentative, spiccano l’epigrafe araba del 997rinvenuta a Lampedusa, e l’Altarolo, un altare portatile del secolo XII-XIII, di maestranze itineranti, proveniente dalla Cattedrale. Inquest’ultimo, chiamato anche “l’Altarolo dei Crociati”, la doppia croce lamellare collocata sul retro presenta i caratteri delle “stauroteche” dei pellegrini (i reliquiari destinati a contenere frammenti del legno della Croce di Cristo) incoraggiate dagli ordini monastico-cavallereschi.
Via Duomo, 96
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 60 minuti. Accessibile ai disabili


14.     Palazzo della Provicia
L’antico Ospizio
che risplende di affreschi

L’avvio dei lavori del “Magnifico Palazzo” risale alla metà dell’Ottocento, quando, con decreto regio, venne autorizzata, fuori città, la costruzione di un ospizio di beneficenza per i poveri e gli orfani.Ma pochi anni dopo, a seguito dell’Unità d’Italia, fu cambiata la destinazione d’uso e in corso d’opera si modificò il progetto. Il palazzo diventò sede dell’Archivio di Stato e degli uffici della Prefettura, successivamente della Provincia regionale, oggi libero Consorzio comunale. Ospita pure un ecomuseo. All’interno è possibile visitare le sale con arredamento ottocentesco e Liberty. Di particolare pregio gli affreschi della volta della scala reale, dell’aula consiliare e dell’appartamento del prefetto. La biblioteca vanta oltre seimila volumi a indirizzo storico, giuridico e amministrativo, compresi anche i tomi della famosa Encyclopédiedi Diderot e D'Alembert. 
Piazza Aldo Moro,1
VENERDI| SABATO 
Orari: 10 – 18. Durata: 30 minuti. Accessibile ai disabili


15.     Teatro Pirandello e ipogeo dell'Acqua Amara
Un viaggio affascinante
dentro e sotto la scena

I lavori cominciarono nel 1870, ma a cantiere aperto scoppiò un contenziosotra costruttori ed ente appaltante. Il Comune lamentava, infatti, che il cosiddetto arco armonico fosse sordo. Fu la consulenza del grande architetto Giovambattista Basile a dirimere la controversia e a consentire l’apertura al pubblico nel 1880. Nel 1946il teatro venne intitolato a Luigi Pirandello, fiore all’occhiello di Agrigento per il suo premio Nobel, masuccessivamente, per varie vicissitudini,restò chiuso per quarant’anni finoalla storica riapertura del 1995. Dal teatro si accede all’ipogeo dell’Acqua Amara, chiamato così per il particolare sapore dell’acqua che scorreva nelle viscere della terra. Fa parte del complesso sistema di cunicoli che garantivano l’approvvigionamentoidrico in città. Ancora dibattuta, tra gli studiosi, l’ipotesi di un presunto utilizzo militare.
Piazza Luigi Pirandello
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 - 18. Durata: 20 minuti. Accessibile ai disabili


16.     Valle dei Templi - Teatro Ellenistico

Lo scavo al Teatro
che svela nuove sorprese

Gli scavi al Teatro ellenistico, scoperto due anni fa dopo un’attesa di secoli, rivelano sempre più forme e spazi di quello che era un teatro aperto sul mare, proprio in corrispondenza del maestoso tempio della Concordia. Nel 2016 il clamoroso annuncio della scoperta, che ha confermato quanto tramandato dallo studioso domenicano Tommaso Fazello, il quale nel XVI secolo vide il teatro, ormai in rovina, non lontano dalla chiesa di San Nicola, e scrisse a riguardo. Dopo due campagne di scavi sono venuti alla luce i primi gradoni interi e ben conservati. Non si sa ancora quali sorprese riserveranno i nuovi scavi, ma si può già ben evidenziare l’attività artistica e sociale che vi è stata. Si continuerà a scavare nella parte sud del teatro dove gli archeologi sperano di trovare altri gradini intatti.
Valle dei Templi, ingresso da biglietteria del Teatro ellenistico (via Passeggiata archeologica)
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 – 13 e 15 - 18. Durata: 45 minuti. Parzialmente accessibile ai disabili


17.    Valle dei Templi - Terme romane
Quando Akragas diventò romana
Ecco le ultime scoperte

Aprono eccezionalmente le terme nel quartiere ellenistico romano, che si apprestano a diventare una delle più sensazionali scoperte nel parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Gli scavi avevano già in passato individuato delle sospensioni e delle colonnette in laterizio rosso con tracce di pavimento sopra che lasciavano presagire un impianto termale. Non si sapeva se questo fosse stato un piccolo impianto privato o qualcosa di più ampio. I recenti scavi hanno dimostrato una serie più ampia di locali simili, impianti per la gestione dell’acqua e fornaci; l’ipotesi è quindi quella di un unico grande edificio termale. Le terme sono la testimonianza della vita ormai “alla romana” di Agrigento quando la città greca aveva cessato di esistere. Siamo tra il II e III secolo dopo Cristo.
Valle dei Templi, ingresso da biglietteria del Teatro ellenistico (via Passeggiata archeologica)
VENERDI | SABATO | DOMENICA
Orari: 10 – 13 e 15 - 18. Durata: 45 minuti. Non accessibile ai disabili
 

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