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Il racconto shock / Porto Empedocle

Sequestra, violenta e tortura con bottigliate e frustate la compagna minorenne incinta: la madre della vittima conferma in aula

La ragazzina sarebbe stata segregata in casa, colpita con dei cavi elettrici e costretta a raccogliere con la bocca dei mozziconi di sigaretta. In una circostanza le sarebbero stati cuciti i genitali. La donna in aula: "Mia figlia mi raccontò tutto"

"Mia figlia mi raccontò gli abusi e le violenze che ha subito in quel periodo, era devastata dalle continue sevizie subite pure quando era in stato di gravidanza".

La madre della presunta vittima conferma in aula, davanti ai giudici della prima sezione penale, le accuse che hanno fatto finire a processo un trentenne di Porto Empedocle che deve rispondere di maltrattamenti, violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. 

Schiaffi, pugni, morsi, forbiciate e frustate al volto con una prolunga elettrica: il tutto mentre restava seduto sul ventre della giovanissima compagna incinta alla quale sarebbe stata persino cucita la vagina. Una lunghissima serie di violenze, torture e umiliazioni andate avanti per un anno e mezzo durante il quale avrebbe dovuto subire di tutto.

La lista dei presunti maltrattamenti ai danni della convivente all'epoca minorenne è raccapricciante. La vicenda matura in un contesto di profondo degrado sociale. Nel marzo del 2015 la ragazza sarebbe stata colpita con una bottiglia di vetro alla nuca e schiaffeggiata al volto. Il ventenne l'avrebbe sequestrata all'interno della camera da letto, chiudendola a chiave e vietandole di uscire, impedendole persino di vedere la luce dopo avere bloccato la finestra con un piumone. La minorenne, quando tentava di opporsi, sarebbe stata presa a morsi e frustata con dei cavi elettrici e le guarnizioni degli infissi. Ma non solo.

In diverse occasioni sarebbe stata sottoposta a "crudeli umiliazioni", sputandole e urinandole addosso, versandole sui capelli la lettiera sporca del gatto, costringendola a raccogliere con la bocca i mozziconi di sigaretta, spegnendo le stesse sigarette sul suo collo e sulla mano. In una circostanza le torture si sarebbero spinte al punto di cucirle le labbra dei genitali esterni.

Poi un brutale pestaggio, che sarebbe avvenuto il 9 gennaio del 2016, con la donna in avanzato stato di gravidanza presa a schiaffi, pugni, forbiciate e frustata con una prolunga elettrica mentre il suo compagno stava seduto sul suo ventre.

Dal marzo del 2015 al gennaio del 2016, inoltre, la ragazza, che adesso ha 24 anni e allora era minorenne, sarebbe stata ripetutamente costretta ad avere rapporti sessuali completi anche durante la gravidanza nella camera da letto dove era segregata.

Accuse che la madre della presunta vittima, ultimo teste della lista del pm Elenia Manno, ha ribadito in aula sostenendo di avere raccolto tutte le confidenze. Il difensore, l'avvocato Luigi Troja, ha sostenuto l'inattendibilità delle accuse della presunta vittima: nel racconto della donna, in particolare, è emerso che la donna già in passato aveva presentato denunce dal contenuto simile, anche ai danni del marito della madre, rivelatesi poi infondate.

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