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Cronaca Porto Empedocle

Incendi, rapine, droga e agguato a fucilate: al via processo a 7 imputati

I giudici aprono il dibattimento: l'operazione "Fermi tutti" avrebbe disarticolato due gruppi di fuoco

Dibattimento aperto e mezzi di prova ammessi: il processo scaturito dall’operazione "Fermi tutti" - eseguita dalla polizia undici anni fa - nei confronti dei presunti componenti di due bande rivali dedite a spaccio di droga, rapine e intimidazioni, entra nel vivo. 

Due gruppi di fuoco che avrebbero terrorizzato Porto Empedocle per un lungo periodo. Undici gli imputati finiti a processo al termine di un'indagine che si incrocia con quella sulla famiglia mafiosa di Porto Empedocle. 

Ecco l’elenco: Francesco “Paolo” Tarantino, 35 anni, di Porto Empedocle; Francesco Capizzi, 56 anni, di Porto Empedocle; Giancarlo Buti, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Romeo, 29 anni, di Porto Empedocle; Salvatore Lombardo, 33 anni, di Porto Empedocle; Paolo Mendola, 43 anni, di Agrigento, residente a Porto Empedocle; James Burgio, 29 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Burgio, inteso “Flavio” 31 anni, di Porto Empedocle; Stefano Albanese, 43 anni, di Porto Empedocle, Francesca Paola Montesano, 40 anni e Gaetano Massei, 42 anni, entrambi di Palermo.

Tarantino, Capizzi, Massei e Montesano hanno chiesto il giudizio abbreviato. Gli altri sono stati, invece, rinviati a giudizio e sono comparsi, davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato, per la prima udienza del dibattimento. Dopo l'ammissione dei mezzi di prova, il tribunale ha rinviato all'11 aprile per sentire i primi testi.  

Le accuse contestate agli imputati sono di detenzione e porto illegale di armi da sparo, fabbricazione e trasporto in luogo pubblico di bottiglie incendiarie, danneggiamento, minacce aggravate, rapina, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e altro ancora.

Le indagini della polizia, inoltre, avrebbero consentito di fare luce su una serie di episodi intimidatori che si sono verificati a Porto Empedocle e pure su un tentato omicidio. Nel mirino di Tarantino, Romeo, Capizzi e Buti sarebbe finito il pregiudicato Libertino Vasile Cozzo al quale sarebbero stati bruciati due furgoni adibiti al trasporto del pesce e la casa di campagna come rappresaglia perché a sua volta era sospettato di avere incendiato l’auto del padre di Tarantino.

Mendola, Tarantino, Romeo, Lombardo e i due Burgio sono accusati di tentato omicidio ai danni di Massei e Montesano, destinatari di una serie di colpi di pistola e fucile a pallettoni, mentre si trovavano in auto insieme a una bambina, perchè - sostiene l'accusa - volevano sottrargli una partita di quasi otto chili di hashish. 

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