rotate-mobile
Cronaca Palma di Montechiaro

"Nessuna parola in codice, non si parlava di armi": altri due indagati dell'inchiesta sulla faida chiedono la scarcerazione

L'indagine ha fatto luce su due omicidi: Pino Azzarello e Carmelo Pace sono stati arrestati solo per un giro di munizioni

"Nessuna frase in codice, non stavano nascondendo nessun giro di armi". La difesa di due indagati dell'inchiesta sulla faida di Palma di Montechiaro, finiti agli arresti domiciliari per una vicenda connessa ai due omicidi, chiede ai giudici del riesame di annullare l'ordinanza cautelare.

L'avvocato Santo Lucia, ieri mattina, ha sollecitato la scarcerazione di Pino Azzarello, 39 anni, accusato di quattro ipotesi di detenzione illegale di armi e Carmelo Pace, 58 anni, al quale si contesta di avere occultato l’arma che ha ucciso Enrico Rallo.

"Un'intercettazione - aggiunge il legale - svela il nome di un'altra persona in maniera nitida". I giudici decideranno nelle prossime ore. Il giorno prima è stata discussa la posizione del ventisettenne Roberto Onolfo, finito in carcere con l'accusa di avere ucciso Salvatore Azzarello, come rappresaglia per il delitto dell'amico, nonchè parente della moglie, Ignazio Rallo. "Le intercettazioni e gli altri indizi che lo tirano in ballo - hanno detto i difensori, gli avvocati Antonino Gaziano e Giuseppe Vinciguerra - sono incerti e inconsistenti, non è stato lui a vendicare l'omicidio di Enrico Rallo". Anche per Onolfo il tribunale della libertà non ha ancora sciolto la riserva.

L'ordinanza cautelare, che ha disposto cinque arresti, fra carcere e domiciliari, è stata firmata dal gip Stefano Zammuto su richiesta del pm Alessandra Russo. L'operazione, eseguita da carabinieri e squadra mobile, è scattata il 21 luglio.

L'inchiesta ha fatto luce su una vera e propria faida che, fra il 2015 e il 2017, ha provocato due omicidi. Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di alcuni attrezzi agricoli. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati. Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar. Ad ucciderlo, secondo la Procura, sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e Salvatore Azzarello, 37 anni. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Salvatore Azzarello: Giuseppe Rallo, 27 anni; Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 27 anni e Angelo Castronovo, 63 anni. Il gip ritiene, invece, che i gravi indizi sussistano solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo, finiti in carcere insieme a Castronovo (quest’ultimo accusato di entrambi gli omicidi, ma il gip ha ritenuto carente il quadro indiziario per entrambi gli episodi).

Per Castronovo, infatti, è stata disposta la custodia in carcere per un giro di armi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Nessuna parola in codice, non si parlava di armi": altri due indagati dell'inchiesta sulla faida chiedono la scarcerazione

AgrigentoNotizie è in caricamento