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Venerdì, 26 Aprile 2024
Operazione Illegal Stay

False fatture per i permessi di soggiorno? La Corte costituzionale "blocca" il processo

La Consulta deve pronunciarsi sulla legittimità della legge. Congelata la decisione del giudice sui rinvii a giudizio: gli stranieri, per restare in Italia, avrebbero contraffatto alcuni documenti per risultare occupati

La Corte costituzionale deve pronunciarsi sulla legittimità della normativa, su impulso del tribunale di Vicenza. L'udienza preliminare, scaturita dall'inchiesta "Illegal Stay", che avrebbe disarticolato una presunta organizzazione che consentiva agli stranieri di ottenere permessi di soggiorno illegali attraverso false documentazioni, resta "congelata" in attesa della decisione che arriverà in seguito all'udienza del 23 marzo.

Per cinque stranieri - tre senegalesi e due marocchini - il pm Elenia Manno ha chiesto il rinvio a giudizio. L'accusa è quella di avere utilizzato delle false fatture per risultare titolari di un rapporto di lavoro autonomo e avere diritto a un "permesso di soggiorno di lungo periodo".

L'inchiesta, sviluppata in diversi filoni di indagine, ha portato al coinvolgimento, fra gli altri, dei responsabili della comunità senegalese in città e dei titolari di un patronato che avrebbe portato avanti questo sistema illegale.

L'operazione è scattata il 17 gennaio dell'anno scorso: la Guardia di Finanza ha eseguito un'ordinanza cautelare a carico di quattro indagati ai quali si contesta l'associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 

Secondo quanto ipotizza l’accusa gli indagati si sarebbero associati allo scopo di favorire la permanenza illegale sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno fornendo loro documenti contabili e fiscali – quali bilanci di esercizio, dichiarazioni fiscali, scontrini e fatture per acquisto merce – ideologicamente falsi e attestanti elementi e dati non veritieri mediante la predisposizione di contratti di locazione o dichiarazioni di ospitalità non rispondenti alla reale situazione.

In questo segmento processuale si contesta agli imputati di avere utilizzato delle fatture contraffatte per ottenere il permesso di soggiorno che, in caso contrario, gli sarebbe stato negato.

I difensori - gli avvocati Riccardo Gueli, Giuseppina De Luca, Roberto Majorini, Giacomo La Russa, Roberta Agozzino, Gisella Spataro e Salvatore Butera - hanno chiesto al gup Stefano Zammuto di sospendere il procedimento nell'attesa che la Consulta decida sulla normativa e sulla relativa sanzione.

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