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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sanità / Licata

“Mancano pediatri e neonatologi in ospedale”: allarme dei sindacati che criticano le scelte di Asp e Regione

Intervento di Riccardo Spampinato e Giuseppe Bonsignore: “Errori di gestione che hanno portato ad un aggravio di spesa pubblica che poteva essere evitato”

All’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” mancano pediatri e neonatologi: i sindacati insorgono e si rivolgono ad Asp e Regione siciliana criticando alcune scelte ritenute poco efficaci.

A dirlo sono Giuseppe Bonsignore (segretario regionale CIMO) e Riccardo Spampinato (presidente regionale della federazione CIMO-FESMED). “Di fronte a tutto questo - dicono - la direzione aziendale dell’Asp di Agrigento cosa fa? Assume per concorso pubblico gli specialisti necessari ma li manda in sovrannumero presso altri ospedali, continuando a ricorrere impropriamente alla mobilità d’urgenza, anche con ordini di servizio improvvisi e improvvisati, inviati tramite messaggio WhatsApp lo stesso giorno della disposizione di servizio.        

Inoltre, per la copertura dei turni da pediatri e neonatologia, l’Asp ha continuato a ricorrere alle cosiddette prestazioni aggiuntive, pagando il lavoro reso in plus orario rispetto a quello istituzionale in nome di un’emergenza creata dalla mancata assegnazione di specialisti al presidio ospedaliero di Licata a seguito della procedura concorsuale. Ciò ha determinato una situazione che ricorda il classico cane che si morde la coda. Tale aggravio di spesa pubblica poteva essere evitato configurando un danno erariale.

Come di consueto – concludono Bonsignore e Spampinato – la direzione aziendale ha ignorato le note sindacali di protesta inviate dalla segreteria aziendale CIMO-FESMED della stessa Asp che si è trovata costretta, purtroppo non per la prima volta, a ricorrere all’intervento del proprio legale di fiducia. È stato informato della illegittimità degli atti amministrativi anche l’assessore regionale della salute, Ruggero Razza, ma anche da questo fronte regna sovrano il silenzio. Quindi la federazione CIMO-FESMED, riservandosi di adire le vie legali, attende che la direzione aziendale ponga in essere tutte le procedure per un ritorno alla normalità, assegnando in maniera corretta le risorse umane necessarie al funzionamento, se non ottimale, almeno minimo per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza e la tutela della salute dei cittadini di tutta la provincia”.

La replica dell'Asp

Il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, interviene a margine della diffusione a mezzo stampa di una nota da parte del CIMO e della Federazione CIMO-FESMED per esprimere alcune considerazioni di replica: “le criticità evidenziate nella nota si inscrivono nella cronica carenza di medici che caratterizza l’intero panorama nazionale e che purtroppo riguarda diffusamente diverse specialità e non soltanto quelle della pediatria e della neonatologia. La conclamata e non nuova questione degli organici ridotti non può comunque rappresentare un alibi per l’Azienda, ed è ovvio che l’ASP di Agrigento sia costantemente determinata ad assicurare il miglior servizio possibile all’utenza provinciale ottimizzando le risorse professionali esistenti. In quest’ottica prevale la logica del fare aldilà dei sofismi e seguendo criteri di gestione aziendale che, in quanto tali, non si incentrano su un singolo ospedale ma guardano alla dimensione complessiva dell’offerta sanitaria in tutta la provincia, si ricorre ai sistemi organizzativi che permettono di tamponare la carenza di professionisti e la distribuzione non ancora omogenea tra i cinque presidi ospedalieri. Va da sé - continua il commissario - che le scelte spesso prese in urgenza possono risultare gravose per un medico costretto a spostarsi verso una sede di lavoro diversa rispetto a quella dell’ospedale dove abitualmente presta servizio ma le soluzioni sono spesso inevitabili per l’interesse della collettività e,devo dire, che la comprensione e lo spirito di collaborazione dimostrati nella maggior parte dei casi dai professionisti risultano encomiabili. Pur tra diverse difficoltà si cerca di ottenere buoni risultati organizzativi anche se non ottimi in considerazione delle carenze d’organico contingenti. Ma, si sa, che l’ottimo è nemico del buono o, se si preferisce, ‘il meglio è nemico del bene’ quando dinanzi a risultati difficili ma realizzabili si contrappongono soluzioni perfette ma irrealizzabili, almeno al momento”.

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