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Mafia Favara

"Tentò di vendicare l'omicidio del padre con due agguati", 31enne resta in carcere

Pronunciamento definitivo da parte della Cassazione che dice no all'annullamento dell'ordinanza cautelare per Calogero Bellavia, arrestato nell'operazione "Mosaico"

Calogero Bellavia, 31 anni, di Favara, arrestato dalla squadra mobile il 15 settembre nell'operazione "Mosaico", che ha fatto luce su una lunga scia di omicidi e tentati omicidi, resta in carcere.

I suoi difensori - gli avvocati Giuseppe Barba e Danilo Tipo - avevano presentato ricorso in Cassazione per chiedere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare che era stata confermata dal tribunale del riesame di Palermo. I giudici ermellini lo hanno dichiarato inammissibile. Calogero Bellavia, già arrestato e condannato con l'accusa di essere l'ultimo fiancheggiatore del boss Gerlandino Messina, secondo quanto ipotizza l'inchiesta, avrebbe cercato di vendicare in due circostanze, insieme a un commando, l'omicidio del padre Carmelo, avvenuto il 26 gennaio del 2015.

La vittima predestinata sarebbe stato Maurizio Distefano, autore dell'omicidio. Il quarantenne, noto come "Furia", scampa all'agguato in Belgio il 14 settembre del 2016 (nella circostanza viene ucciso Mario Jakelich che si trova con lui) e il 23 maggio del 2017: quella sera resta ferito anche il trentottenne favarese Carmelo Nicotra dato che l'agguato si consuma nel suo garage.

L'inchiesta "Mosaico" ha fatto luce sulla faida che, dal 2015 al 2018, è scoppiata tra Favara e Liegi, in Belgio, con cinque omicidi e altrettanti tentati omicidi, alcuni dei quali mai denunciati. La faida sarebbe stata determinata da contrasti all'interno di un clan mafioso sulla gestione di traffici illegali tra i quali quelli di droga. 

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