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"Dopo la condanna per mafia non è più pericoloso", revocata libertà vigilata a 55enne

Carmelo Cacciatore ha scontato una pena di 8 anni per associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta Maginot

"Dopo la carcerazione ha rispettato le prescrizioni della misura di prevenzione e della misura di sicurezza ed ha vissuto in famiglia in ambiente apparentemente avulso da logiche devianti dimostrando un'inversione di tendenza".

Con queste motivazioni il magistrato di sorveglianza Federico Romoli, al quale si è rivolto il difensore, l'avvocato Salvatore Pennica, ha ritenuto cessata la pericolosità sociale e ha revocato la misura di sicurezza nei confronti di Carmelo Cacciatore, 55 anni, tornato libero dopo avere scontato una condanna definitiva a 8 anni di carcere rimediata nell'ambito dell'inchiesta antimafia "Maginot", l'ultima che ha stretto il cerchio attorno al superlatitante Giuseppe Falsone, catturato a Marsiglia il 25 giugno del 2010.

L’operazione, eseguita il 14 luglio del 2011 dai poliziotti della squadra mobile, portò in carcere altri presunti fiancheggiatori dello stesso boss che, tuttavia, secondo quanto accertato al processo, nella sua nuova vita francese avrebbe comunque tagliato i ponti con Cosa Nostra. Un altro filone di indagine, invece, individuava i presunti componenti della famiglia mafiosa di Favara di cui Cacciatore aveva fatto parte e, per questo, è stato condannato a 8 anni di carcere.

Secondo quanto hanno accertato i giudici, Cacciatore avrebbe - insieme agli altri componenti del clan - organizzato summit per decidere affari e strategie per sostenere l'associazione anche attraverso la creazione di una società fittizia.

Il cinquantenne, che fino ad allora, come sottolinea il magistrato di sorveglianza, svolgeva l'attività di autotrasportatore, non ha avuto altre pendenze giudiziarie.

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