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Lunedì, 29 Aprile 2024
La ricorrenza

Trentatrè anni dall'omicidio Tragna: nessuno ricorda un "eroe normale"

Il bancario venne ucciso in via Gela: non gli fu perdonata la solerzia nel verificare alcuni assegni

Sono trascorsi trentatrè anni dalla morte di uno dei tanti eroi civici senza nome di Agrigento. Una vittima di mafia dimenticata dalle istituzioni, tutte, e dallo Stato che per lungo tempo gli ha negato anche l'omaggio della memoria.

Il 18 luglio del 1990, invia Gela a San Leone veniva freddato a colpi di pistola a soli 49 anni, Giuseppe Tragna, direttore dell’Agenzia 2 della Banca Popolare Sant’Angelo di Agrigento. Lasciava la moglie e due bambini, oggi divenuti adulti, e che si sono per anni battuti contro tutto per difenderne il ricordo.

Solo nel 2021, infatti, il Ministero della Giustizia ha riconosciuto che quel delitto fu commesso dalla criminalità organizzata, dopo anni di ricorsi al Tar prima e al Cga poi. Per trent'anni, invece, la sua memoria è stata infamata e vilipesa con accuse che avevano lo scopo, all'epoca, di sviare l'effettiva dinamica dei fatti. Una versione a cui fino al 2005 credette anche la Prefettura di Agrigento, che defintì quel delitto "un regolamento di conti personale a carattere morale". A monte di tutto, in realtà, ci fu il rigore professionale di Tragna che scoprì degli assegni scoperti. Un'attenzione che non piacque a chi poi lo freddò in strada.

Se sulle cause di quell’agguato sono stati i tre gradi della Giustizia Penale a fare piena chiarezza, oggi resta il silenzio di una città che ha dimenticato un "eroe normale".

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