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Mafia Palma di Montechiaro

La maxi inchiesta antimafia "Oro bianco": scena muta dei dieci arrestati: si dimette il consigliere

Il bancario Salvatore Montalto, che sarebbe stato scelto dal "paracco" di Rosario Pace come rappresentante al Comune e fu eletto come capolista per l'Udc, lascia lo scranno

Scena muta e dimissioni per il consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto, 52 anni, arrestato nell'operazione "Oro bianco" con l'accusa di associazione mafiosa. Il bancario, primo degli eletti nella lista dell'Udc alle amministrative del 2017, è finito in carcere mercoledì, nel blitz dei carabinieri, con l'accusa di avere agevolato gli interessi della famiglia mafiosa mettendo anche a disposizione i servizi bancari dell'Unicredit, di cui è dipendente, consentendo di incassare gli assegni del clan con le somme di denaro frutto di estorsioni e traffico di droga.

Montalto, considerato dagli inquirenti il "capo decina" della cosca, in occasione dell'interrogatorio di garanzia, nel quale è stato assistito dal suo difensore, l'avvocato Francesco Scopelliti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo sono state protocollate le dimissioni da componente del consiglio comunale. A sceglierlo, secondo quanto sostiene l'accusa, sarebbe stato il "paracco", ovvero la cosca mafiosa di Palma di Montechiaro diretta da Rosario Pace.

Analoga strategia processuale per gli altri 9 indagati finiti in carcere. Si tratta dello stesso Rosario Pace, 50 anni, di Palma; Domenico Manganello, 46 anni, di Palma; Sarino Lauricella, 52 anni, di Palma; Sarino Lo Vasco, 53 anni, di Palma; Tommaso Vitanza, 70 anni, di Palma; Giuseppe Morgana, 36 anni, di Palma; Gioacchino Pace, 50 anni, di Palma; Salvatore Emanuele Pace, 33 anni, di Palma e Giuseppe Blando, 46 anni, di Favara.

I presunti affiliati del clan (difesi anche dagli avvocati Giuseppe Vinciguerra, Santo Lucia, Domenico Ingrao, Maria Alba Nicotra, Rosalia Palumbo Piccionello ed Eduardo Cirino) sono comparsi, collegati in remoto come previsto dalla normativa anticovid, davanti al gip Filippo Serio che ha firmato l'ordinanza cautelare. Conclusi gli interrogatori di garanzia, con la scelta comune di tutti gli indagati di non rispondere al gip, si attende il prossimo passaggio che sarà il ricorso al tribunale della libertà dove sarà chiesto l'annullamento dell'ordinanza cautelare in carcere.

Altri due indagati – Gioacchino Rosario Barragato, 60 anni e Calogero Lumia, 74 anni, entrambi di Palma – si trovano ai domiciliari. L'interrogatorio di Lumia è in programma martedì. Quello di Barragato, che si trova agli arresti ospedalieri, sarà fissato nelle prossime ore. 

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