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Cronaca

L'inchiesta sui fiancheggiatori del boss Sutera, al via gli interrogatori

Domani mattina, alle 10,30, al carcere saranno sentiti i tre presunti componenti della rete di protezione del "professore"

Domani mattina alle 10,30, nel carcere Petrusa, davanti al gip Francesco Provenzano: iniziano gli interrogatori di garanzia, a distanza di 48 ore dagli arresti, dei presunti fiancheggiatori del boss Leo Sutera, 68 anni. Si tratta di Giuseppe Tabone, imprenditore di 53 anni; Maria Salvato, fioraia di 45 anni e Vito Vaccaro di 57 anni, tutti di Sambuca di Sicilia.

In carcere Sutera e tre fiancheggiatori

Sarebbero stati loro a far parte dell’ultima rete di protezione del “professore” sessantottenne, raggiunto a sua volta dall’ordinanza del gip di Palermo che ha “rinnovato” le accuse contenute nel provvedimento di convalida del fermo. Sutera ha ricevuto la notifica del nuovo provvedimento mentre si trovava all’ospedale Civico di Palermo per degli accertamenti di natura cardiaca. 
Il sessantottenne, difeso dall’avvocato Carlo Ferracane, è accusato di associazione mafiosa e, in particolare, gli si contesta di essere tornato operativo, nell’agosto del 2015, tre anni dopo l’ultimo arresto nell’operazione Nuova Cupola.

IL VIDEO. Il boss finisce in carcere per la terza volta

Gli altri tre indagati sono accusati di favoreggiamento aggravato. Dopo la notifica dell’ordinanza cautelare in carcere (il fermo, lo scorso 29 ottobre, era stato disposto solo per Sutera) hanno nominato come difensori gli avvocati Giovanni Vaccaro, Sergio Vaccaro e Ignazio Fiore. A occuparsi dell’interrogatorio di garanzia, per rogatoria, sarà il gip di Agrigento. Nelle prossime ore, invece, sarà fissato quello di Sutera che, sentito per la convalida del fermo, aveva respinto le accuse dicendo di non avere avuto nulla a che fare con vicende mafiose e di non essersi occupato in nessun modo di appalti e posti di lavoro. Giuseppe Tabone, Maria Salvato e Vito Vaccaro sarebbero stati “particolarmente attivi – sottolineano gli investigatori della squadra mobile - nel coadiuvare il capomafia. Lo avrebbero aiutato ad eludere le indagini, salvaguardandone gli spostamenti e la comunicazione”. In particolare, Tabone e Salvato lo avrebbero tenuto costantemente informato dell’esistenza di telecamere e di possibili attività investigative nei suoi confronti, mentre Vaccaro avrebbe anche messo a sua disposizione mezzi e risorse, tra cui un immobile da destinare ad incontri riservati.

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