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Lunedì, 29 Aprile 2024

Barchini alla deriva che arrivano fino alla spiaggia e carrette accatastate al molo, Prefettura al lavoro per nuova area di stoccaggio

La massima autorità di Governo, con l'agenzia delle Dogane, sta cercando una soluzione per fare in modo che il carburante recuperato e i motori dei natanti vengano regalati alla marineria locale. Entro l'anno verrà affidato il servizio di trasferimento delle imbarcazioni sulla terraferma

Non è la prima volta, né sarà l'ultima. I barchini, carichi di migranti, dopo il trasbordo vengono lasciati alla deriva, tanto nelle acque territoriali italiane quanto in area Sar. Alcuni restano al largo e affondano, creando anche dei problemi ai pescatori. Altri, mossi dalla corrente, così come è accaduto e continuerà ad accadere, riescono ad arrivare fino alla costa di Lampedusa. E vengono immortalati - esattamente per come è successo alla Guitgia - in foto e video di lampedusani, ma anche turisti. 

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Fino allo scorso dicembre, in contrada Ponente c'era un'area privata di circa 1.500 metri quadrati che veniva utilizzata quale sito di stoccaggio delle imbarcazioni. La Guardia di finanza, su disposizione del procuratore facente funzioni di Agrigento Salvatore Vella, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Francesco Provenzano. Il terreno, secondo quanto venne ricostruito dalla Procura, era risultato sprovvisto di autorizzazioni ambientali. 

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"I barchini arrivano in grande quantità, tali da creare problemi al porto di Lampedusa. Sono barchini metallici la maggior parte, ma ce ne sono anche in vetroresina e in legno. La competenza a rimuoverli è dell'agenzia delle Dogane che è guardiana dei confini. Questi barchini vengono sequestrati, quasi sempre, con provvedimento del pm perché - immigrazione clandestina e favoreggiamento dell'immigrazione - è 'corpo' di reato. I barchini vengono poi dissequestrati e consegnati, assieme ai carburanti e ai motori, all'agenzia stessa" - ha spiegato il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, - .

Da sempre, la comunità locale ha chiesto e preteso che i barchini scomparissero non appena arrivano nelle acque o lungo le coste dell'isola. Ma questo significherebbe avere almeno 10 navi, piatte o pontoni, a disposizione. Navi speciali insomma che caricano questo genere di imbarcazioni. Il che, di fatto, è impossibile. Fino ad ora, periodicamente, le "carrette" rimaste ad invadere molo Favarolo sono state rimosse e portare sulla terraferma. Cosa che continuerà ad essere fatta almeno per quelle in metallo, ma serve - è indispensabile - una nuova area di stoccaggio. 

L'agenzia del Demanio ha fatto una gara europea, che si concluderà entro l'anno, per affidare il servizio di trasferimento dei barchini che restano lungo la costa di Lampedusa. Una volta a settimana questo genere di navi dovrebbe dunque caricare i barchini accumulati, oppure si procederà a chiamata, a seconda delle tonnellate che si raggiungono. 

"Quelli in legno e vetroresina vanno distrutti, quelli in ferro si smontano e si vende il ferro. I natanti vanno però accumulati da qualche parte e non essendoci location prestabilite i barchini sono rimasti quasi sempre accatastati a molo Favarolo" - ha constatato il prefetto di Agrigento - . 

Il dipartimento della Protezione civile da circa un mese deve adottare un provvedimento che dà al prefetto di Agrigento e al direttore dell'agenzia della Dogane di Palermo, il potere di indicare un'area. "Prima ancora che arrivassi io, è stata chiamata Legambiente, ente gestore della riserva, che ha indicato 4 o 5 punti dove collocare eventualmente questi natanti". Il prefetto, nonostante manchino conferme ufficiali al riguardo, ne avrebbe già scelto uno da adibire ad area provvisoria. Un'area che, naturalmente, dovrà essere vicina al porto, ma anche meno visibile a cittadini e turisti. "Sto lavorando con l'agenzia delle Dogane  per far sì che, dove possibile, sia il carburante, che però non dovrebbe essere di buona qualità, che i motori vengano regalati alla marineria locale - ha spiegato il prefetto - . La Prefettura li darà al Comune e quest'ultimo li potrà distribuire a chi ritiene. L'area dove verranno stoccati i barchini, in attesa del trasferimento sulla terraferma, dovrà ospitare anche i carburanti. Verranno realizzate delle taniche, antincendio, che possano contenere questi carburanti". 

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Nei mesi scorsi, durante una visita del commissario straordinario per l'emergenza immigrazione clandestina, il prefetto Valerio Valenti, aveva fatto, per trovare l'area di stoccaggio dei barchini, un sopralluogo mirato all'ex base Loran. "Base Loran è in piena riserva e Legambiente ha indicato una serie di limiti e requisiti per creare l'area di stoccaggio" - ha concluso il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, - . L'unico vantaggio dell'ex base Loran è che è molto distante dal centro e da molo Favarolo, i camion ci vanno in uscita". Ma non è - e di questo AgrigentoNotizie è certa - l'ex base Loran la prescelta per creare una nuova area di stoccaggio. 

Non sono comunque tutti i barchini che poi, dopo il trasbordo del "carico" umano, affondano spontaneamente. E lo dimostrano le immagini di questo video: alcuni riescono, infatti, ad arrivare fino alla costa. Il sindaco delle Pelagie Filippo Mannino, nelle scorse settimane aveva lanciato un'idea per recuperare e rimuovere i barchini che restano alla deriva a galleggiare, ossia un paio di motovedette capaci di prendere al traino le "carrette" e portarle fino al molo Favarolo e poi, appunto, nella nascente area di stoccaggio. Per questo genere di operazioni - il recupero dei barchini nelle acque territoriali italiane - dovrebbe però intervenire il ministero dell'Ambiente.

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