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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Licata

Ovuli di cocaina ed eroina da Napoli a Licata: smantellata rete di corrieri, 13 fermi

La gran parte viaggiavano a bordo di pullman di linea o con treno. La sostanza stupefacente veniva nascosta in confezioni di bagnoschiuma precedentemente svuotate, fra gli indumenti, all’interno di parti intime o ingerite

Da Napoli a Licata, ma non soltanto, passando per Palermo. E' un’associazione a delinquere di tipo gerarchico e piramidale - al cui vertice c'erano due nigeriani - quella che è stata scoperta dalle indagini della Squadra Mobile di Palermo con il coordinamento della Dda che è diretta dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Ben 13 i fermi d’indiziato di delitto - emessi appunto dalla Dda - che, all'alba, hanno permesso di neutralizzare una delle principali roccaforti del traffico di sostanze stupefacenti del capoluogo siciliano. 

L’operazione di polizia, nata dalle indagini condotta dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca hanno ricostruito come funzionava la presunta organizzazione. "Onwujiobi Joseph Nnoduchiamato OgaJoe, ossia capo, era l’intellettuale del gruppo, colui che si occupava del reperimento degli strumenti propedeutici alla conservazione del sodalizio criminoso nei momenti di fibrillazione, quali l’individuazione dei legali per le difese dei partecipi che fossero stati tratti in arresto, nonché si poneva quale trat-d’union con gli altri membri di vertice, - ha ricostruito la Questura di Palermo - mentre Emmanuel Solomon Gukas, intratteneva l’asse fornitore-acquirente-spacciatore di grossi quantitativi di sostanze stupefacenti, con l’ausilio di diversi soggetti in qualità di corrieri ed ovulatori. Altri membri del gruppo venivano individuati in Odoh  Christopher gestore di un proprio business illegale che si affidava alla struttura ed ai mezzi dell’associazione per garantirsi la disponibilità di sostanza stupefacente da rivendere, anche qualora fosse sprovvisto della liquidità economica necessaria, nonché dei canali di approvvigionamento propri di quest’ultima; in Okaofor John chiamato 'Big Shark' che - continua la Questura di Palermo - intratteneva i rapporti con gli “ ovulatori”oltre che essere preposto alla conversazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente; in Irriah Maryche era incaricata alla custodia presso la propria abitazione della droga e dei profitti della sua rivendita, oltre a fungere da corriere . Infine, figuravano - conclude la Questura - Steven Morgane Ewanyaho Collins, pusher delegati alla vendita al minuto ai tossicodipendenti. La compagine si avvaleva altresì dell’opera dell’italiano Scaglione Gioacchino con compiti logistici, fungendo da autista del gruppo disponibile ad accompagnare i membri dei vertice nei luoghi utili alla cura del loro business". 

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Le indagini di polizia giudiziaria, curate dagli investigatori della sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione” della squadra Mobile si avviavano  a fine aprile 2020 e venivano svolte sia con metodi d’investigazione tradizionale, quali osservazione, pedinamenti, sia avvalendosi d’intercettazione telefoniche ed ambientali , supportate da video-riprese che consentivano di documentare un traffico di droga del tipo “cocaina” ed “eroina” che giungeva a Palermo prevalentemente  dalla provincia di Napoli, per poi essere smistata , oltre che sulla locale piazza di spaccio, anche nei comuni di Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Licata, "dove - scrive la Questura - incaricati alla commercializzazione al dettaglio erano rispettivamente gli italiani Casano Leonardo e Barbera Antonino, la connazionale Edidhala Precious detta 'Cindy'" .

Il sodalizio criminoso era punto di rifornimento di una ramificata rete di spaccio locale e extra-provinciale anche per la “concorrenzialità” dei prezzi praticati nonché per la possibilità di far giungere importanti quantitativi di sostanza stupefacente,  nonostante le misure restrittive sugli spostamenti previste dalle norme volte al contrasto della diffusione del Covid-19. Per il trasporto, infatti, il gruppo si avvaleva di corrieri, la gran parte dei quali viaggiavano a bordo di pullman di linea o tramite treno, i quali nascondevano la sostanza stupefacente in confezioni di bagnoschiuma precedentemente svuotate, fra gli indumenti, all’interno di parti intime o ingerite, previo confezionamento in ovuli, anche 50 alla volta. A loro volta i pusher occultavano le dosi in bocca per consegnarle ai clienti, che raggiungevano tramite mezzi elettrici o biciclette in punti d’incontro concentrati prevalentemente nel centro storico, in particolare fra le vie del quartiere rionale di “Ballarò” e della Stazione centrale – via Oreto. Per ordinare o trasportare i quantitativi di sostanza stupefacente era stato coniato un vero e proprio glossario, con l’utilizzo di parole “in codice”. 

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La droga sequestrata, tutta di purissima qualità, aveva un valore all’ingrosso di circa 100.000,00 euro che sulle piazze di spaccio avrebbe reso sino a 300.000 euro a seconda della percentuale di sostanza con cui sarebbe stata tagliata. I provvedimenti restrittivi della libertà personale sono stati eseguiti in varie parti del Sud Italia, da Palermo sino a Castel Volturno, con l’ausilio di personale delle Squadre Mobili di Napoli e Trapani ed i destinatari associati nelle case di reclusione di competenza territoriale.

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