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Cronaca

Casa Pirandello "tolta" al Parco: fu una "punizione" di Musumeci

A metà dicembre il presidente si lamentò di come veniva gestita la Valle dei Templi

Trasferire la Casa natale Pirandello dal Parco Archeologico alla guida diretta del Dipartimento ai beni culturali, non fu una scelta gestionale, ma una sorta di "sconfessione", un vero "commissariamento".

A confermarlo è un provvedimento dei giorni scorsi firmato proprio dall'Assessorato, nel quale si chiariscono un paio di passaggi molto delicati. E' prima però ricordare quanto è accaduto.

E' il 12 dicembre. Il presidente della Regione Nello Musumeci è al Genio civile di Agrigento insieme all'assessore alle Infrastrutture Falcone. Di punto in bianco, lasciando di stucco i cronisti, cambia discorso e inizia a "demolire" il Parco Archeologico.

Musumeci contro il Parco: "Basta a custodi con la pancia di fuori"

"Musumeci tuona contro il Parco, il governatore: "Basta personale con la pancia di fuori, servono pulizia e servizi"
"Non sono del tutto soddisfatto della condizione in cui si trova la Valle dei Templi. – ha detto il governatore Musumeci -. Esigo di più, ci vuole più pulizia, ci vuole più ordine e ci vuole spesa qualche somma in più e il parco i soldi ce li ha perché ha l’autonomia.
bbe interessarti: https://www.agrigentonotizie.it/politica/parco-archeologico-agrigento-presidente-regione-esige-maggiori-servizi.htm  Non voglio più – ha aggiunto - assistenti al pubblico senza decoro estetico".

La cosa sembrò finire lì anche se, pochi giorni dopo, venne diffusa la notizia che la Regione aveva provveduto a togliere Casa Pirandello dalla gestione della Valle perché potesse essere lo stesso Dipartimento ai Beni culturali a portare avanti la struttura. Da Agrigento si minimizzò, parlando di una semplice riorganizzazione.

Invece, a leggere un provvedimento delle scorse settimane, si scopre che il 15 dicembre, cioè tre giorni dopo quella "sfuriata", il presidente invia alla direzione generale un ordine perentorio: attivare "misure urgenti, anche di ordine gestionale, finalizzate alla risoluzione delle gravi criticità in relazione allo stato di degrado, rilevate durante la visita effettuata in data 12 dicembre 2020 presso la Casa Museo di Luigi Pirandello in Contrada Caos, luogo della cultura di indiscusso valore e di risonanza internazionale".

Insomma, la scelta non è stata meramente burocratica. Così, dice il dirigente generale la gestione della casa passa al Dipartimento "visto il richiamato indirizzo presidenziale, nelle more del perfezionamento delle procedure di rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali".

Ad ora non c'è notizia di procedure similari anche per altri beni tra i tantissimi affidati dalla Regione al Parco, né è chiaro se alla fine questa "scomunica" rientrerà in qualche modo o verrà "aggravata". Certo è che il Parco ha già perso la gestione di un progetto come "Mare Africano", che pure aveva curato e realizzato e che interesserà appunto casa natale Pirandello oltre che villa Romana di Realmonte.

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