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Sabato, 27 Aprile 2024
Acqua

Servizio idrico, dopo 20 anni rientrano alcuni dei comuni "ribelli": ma ne mancano altri all'appello

Otto potranno continuare a gestire in proprio, altri quattro però dovrebbero rientrare nella società consortile

A distanza di un ventennio dalla creazione dell'ambito idrico di Agrigento, tre comuni dei cosiddetti "ribelli" rientreranno nella gestione unitaria (o quasi) del servizio in provincia.

Dal primo luglio infatti, anche Sant’Angelo Muxaro, Joppolo Giancaxio e San Biagio Platani entreranno a far parte di Aica aggiungendosi ad Agrigento, Calamonaci, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara, Grotte, Licata, Lucca Sicula, Montallegro, Montevago, Naro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sciacca, Siculiana, Villafranca Sicula.

"Pertanto - dicono dalla società consortile - va avanti il percorso della gestione pubblica di Aica, teso all’unificazione della gestione del servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento, ampliando la rosa dei comuni gestiti che, da  27 diventano 30".

E' facile, tuttavia, vedere che all'appello continuano a mancare alcuni centri. Se Menfi, Santa Margherita Belice, Burgio, Cianciana, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Cammarata e Alessandria della Rocca hanno ottenuto infatti la possibilità della gestione diretta (non senza polemiche) ci sono altri comuni come - ad esempio - Palma di Montechiaro o Aragona che dovrebbero consegnare reti e impianti al gestore non essendo stato riconosciuto il diritto alla gestione diretta.

Alcuni avevano annunciato anche il ricorso alle vie legali, ma resta il fatto che oggi di passi avanti non se ne sono registrati.

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