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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Morto dopo rimozione catetere ma non fu colpa dei medici", archiviata inchiesta per 13 indagati

Il gip chiude il caso del decesso di un settantunenne per il quale erano accusati di omicidio colposo i sanitari di tre ospedali della provincia

"UIteriori indagini sarebbero superflue ai fini della decisione, in base alle risultanze della consulenza tecnica del pm viene escluso qualsiasi rilievo nella condotta dei sanitari dell'ospedale di Licata e di quello di Canicattì. Con riguardo all'operato dei sanitari dell'ospedale di Agrigento, pur censurando l'omesso controllo dei valori ematochimici, è impossibile verificare la correlazione col decesso in assenza di autopsia". 

Con queste motivazioni, il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha archiviato l'inchiesta a carico di tredici, fra medici e infermieri di tre ospedali della provincia, indagati per omicidio colposo in seguito alle denunce dei familiari di un uomo deceduto dopo una lunga trafila di ricoveri.

I parenti di Antonino Arnone, morto nel 2019 a 71 anni, in particolare, si erano opposti, attraverso l'avvocato Gianluca Fanara, alla richiesta di archiviazione formulata dal procuratore Luigi Patronaggio, sostenendo che un corretto trattamento sanitario avrebbe evitato il decesso.

Il caso è stato discusso, in udienza, nelle scorse settimane e il gip ha deciso ora di chiudere il caso. Arnone, secondo la ricostruzione dell'episodio, il 14 novembre del 2018, si presentò in ospedale, a Licata, per la rimozione di un catetere per dialisi.

A questo intervento di routine seguirono disturbi di varia natura e altri ricoveri fra gli ospedali di Canicattì e Agrigento fino alla morte, alcune settimane più tardi, per probabile ischemia del miocardio. La condotta dei sanitari, secondo il medico legale Giuseppe Ragazzi, consulente della Procura, sarebbe stata conforme ai protocolli previsti. 

"Non sono stati acquisiti elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio, nè la riesumazione del cadavere e l'esame autoptico tardivo riuscirebbero a colmare il deficit di prove acquisito". Secondo il procuratore Luigi Patronaggio, in definitiva, le indagini non hanno consentito di trovare riscontri all'ipotesi accusatoria.

Tesi alle quali si era opposto il legale dei familiari secondo cui "un corretto approccio terapeutico avrebbe avuto un esito diverso". I difensori dei medici e degli infermieri indagati - fra gli altri gli avvocati Diego Galluzzo, Antonino Catania, Diego Guadagnino, Calogero Meli, Santo Lucia e Giuseppe Glicerio - hanno replicato associandosi alla richiesta del procuratore di archiviare il caso. 

Il gip, sciogliendo la riserva, ha archiviato il procedimento ritenendo che gli unici potenziali rilievi sarebbero stati da ricondurre ai sanitari del San Giovanni di Dio ma non è accertabile, in assenza di autopsia, l'eventuale esistenza di una correlazione fra la mancata prescrizione delle analisi e la morte.

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