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Politica

Caos bollette idriche, Spataro: "Rimborsi a chi ha già pagato"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

“Avere contribuito, attraverso la mia azione politico-istituzionale,  alla sospensione del pagamento delle bollette idriche di conguaglio con effetto retroattivo dal 2018 ad oggi, certifica e qualifica il ruolo del consigliere comunale”. Pasquale Spataro, che siede tra i banchi dell’opposizione dentro aula Sollano, esprime soddisfazione per lo stop momentaneo arrivato dall’Ars che fa tirare un bel sospiro di sollievo ai contribuenti agrigentini, destinatari in questi giorni di bollette maggiorate a seguito di adeguamento alle nuove tariffe deliberate dall’Ati.  “Anche se si tratta di congelamento e non di un provvedimento che ne determina il blocco definitivo  – afferma Spataro – è pur sempre un risultato positivo che consente a famiglie, commercianti e imprenditori, specie in questa particolare fase di crisi legata anche all’emergenza sanitaria, di non appesantire il loro già magro bilancio. Ma ovviamente la mia battaglia andrà avanti con forza e convinzione – avverte Spataro – affinché si proceda  al rimborso delle somme a tutti quei cittadini che hanno provveduto a pagare le bollette, essendo già maturata la data di scadenza, ma soprattutto si trasformi immediatamente la sospensionein revoca del provvedimento. E la ragione è semplice. Siamo di fronte ad un atto illegittimo in quanto è in aperta violazione con il disposto di una delibera dell’autorità garante per l’energia. In particolare si  evidenza un grave inadempimento da parte della gestione commissariale di Girgenti Acque che, secondo quanto previsto dall’articolo 1 punto b, avrebbe dovuto informare l’utente,  contestualmente all’emissione della corrispondente fattura e comunque almeno 10 giorni in anticipo rispetto alla scadenza dei termini di pagamento,  della possibilità di eccepirela prescrizione, ai sensi dell’articolo 1 comma 4 della legge di bilancio 2018, del credito relativo agli importi da fatturare più di due anni prima nei casi di rilevanti ritardie il diritto a non versare gli importi fatturati, nei casi di rettifiche di dati di misura relative a periodi superiori a due anni. E lo avrebbe dovuto fare utilizzando uno o più canali di comunicazione idonei a garantire completezza e trasparenza. Cosa che non è stata fatta. Quindi il concetto è chiaro – conclude Spataro – il provvedimento va assolutamente annullato, così come è chiaro che, rispetto a inefficienze di questa portata, la politica e le istituzioni sono chiamate ad interrogarsi e ad agire per rifondare la classe dirigente”. 
 

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