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Sabato, 27 Aprile 2024
Sindacati

Autonomia differenziata e tagli al Pnrr, Cgil e Uil in piazza contro la manovra del governo

Mannino e Lionti: "Fare sentire la propria voce con lo sciopero è il metodo democratico che abbiamo per dire che è una realtà fatta di disagio sociale, povertà crescente, solitudine degli anziani e delle donne che non possono fruire, come del resto tutti, del diritto alla salute e a un welfare efficiente"

Cgil e Uil siciliane hanno proclamato per il 20 novembre lo sciopero generale contro la manovra economica del governo, con una manifestazione regionale che si terrà ad Agrigento, una delle città dell'isola più in difficoltà. La macchina organizzativa, di un'iniziativa che rientra nel percorso di mobilitazione deciso al livello nazionale e che inizierà di fatto il 17 novembre con scioperi di categoria, è già partita.

Al governo regionale, infatti, Cgil e Uil contestano "il silenzio di fronte a misure nazionali destinate a penalizzare fortemente la Sicilia", ma anche "la mancata iniziativa su più fronti, innanzitutto quelli dello sviluppo e dell'occupazione e la gestione disastrosa della sanità". Non solo dunque la manovra, ma anche l'autonomia differenziata e i tagli al Pnrr sono il bersaglio della protesta dei due sindacati. "Il governo Meloni- scrivono in una nota i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti - sta distruggendo la sanità pubblica, vuole fare cassa con le pensioni, aumenta le tasse non sta facendo niente per lo sviluppo del Mezzogiorno. Tutto ciò - sottolineano - avrà conseguenze drammatiche in Sicilia, dove i giovani non trovano lavoro, avranno dunque difficoltà a costruirsi una pensione, dove il lavoro che c'è, è precario e mal retribuito, dove le pensioni a causa di una base produttiva e occupazionale fragile, sono già più basse che nel resto del Paese. In una regione -  aggiungono - con un sistema sanitario pubblico in enorme difficoltà e una infrastrutturazione sociale e materiale debole".

Cgil e Uil Sicilia rilevano che "i siciliani hanno dunque ragioni forti per scendere in piazza". "Fare sentire la propria voce con lo sciopero - dicono Mannino e Lionti- è il metodo democratico che abbiamo per dire al governo Meloni e al governo Schifani che la realtà è diversa da quella che loro raccontano. E' una realtà fatta di disagio sociale, povertà crescente, solitudine degli anziani e delle donne che non possono fruire, come del resto tutti, del diritto alla salute e a un welfare efficiente. Una realtà che questo governo sta contribuendo a determinare e a rafforzare". 

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