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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Una vita da social": iniziativa della Polizia, una tappa agrigentina

Partita oggi da Roma, la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato denominata "Una vita da social", giunta alla sua seconda edizione, toccherà Agrigento il prossimo 23 aprile. Tra le oltre 50 città italiane, anche il capoluogo ospiterà, infatti, il grande camion che all'interno del proprio rimorchio articolato ospita un'aula didattica dove gli agenti incontreranno studenti, genitori ed insegnanti

Partita oggi da Roma, la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato denominata "Una vita da social", giunta alla sua seconda edizione, toccherà Agrigento il prossimo 23 aprile.

Tra le oltre 50 città italiane, anche il capoluogo ospiterà, infatti, il grande camion che all'interno del proprio rimorchio articolato ospita un'aula didattica dove gli agenti incontreranno studenti, genitori ed insegnanti per parlare di temi purtroppo sempre più attuali quali l'adescamento online, il cyberbullismo, l'importanza della privacy e della sicurezza per chi naviga in internet.

Insomma, sarà possibile attingere a dati e indicazioni importanti per non rimanere 'imbrigliati' tra le maglie della "rete" che, oggi più che mai, anche attraverso i social network, costituisce un elemento di primo piano nella vita di molti di noi, senza distinzioni d'età. Ma, più che mai, vanno tutelati dai rischi connessi a un uso inconsapevole del 'mezzo' i più giovani: coloro i quali sono maggiormente soggetti a 'subire' proprio perchè più esposti ed indifesi.

Così è nata, in collaborazione tra Polizia, ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e l’ Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, questa iniziativa che punta alla sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli in agguato nel web.

Nel corso della prima edizione ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia postale e delle comunicazioni hanno incontrato circa 100mila studenti nelle piazze e 400mila nelle scuole, 15mila genitori, 8mila insegnanti, per un totale di 1800 Istituti scolastici in 9mila chilometri percorsi e 42 città raggiunte sul territorio.

"Ancora una volta - si legge in una nota ufficiale - le grandi aziende che aderiscono sono assieme alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: fare in modo che i gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non avvengano più".

Tra le novità della nuova edizione, la rappresentazione teatrale di “Like - Storie di vita online” di Luca Pagliari, nelle città di Torino, Milano, Roma, Firenze, Palermo, Padova, Ravenna, Perugia, Bari e Cagliari, che racconta la storia di Andrea, vittima di bullismo, balzato alle cronache come "il ragazzo dai pantaloni rosa".

ALCUNI DATI

Secondo una ricerca di Skuola.net, realizzata per la Polizia di Stato, su un campione di circa 10mila studenti di scuole medie e superiori, ben 4 studenti su 5 affermano che i social hanno un ruolo per nulla marginale nelle relazioni sociali.

Tra i motivi principali che spingono i ragazzi all’uso dei social, ci sono infatti il desiderio di informarsi sia sulle notizie (59%) che su quanto accade ai propri amici e conoscenti (51%) ma anche sostituire per ragioni di risparmio economico telefonate ed e sms (44%). 

Quasi l’85% degli studenti appartiene ad un gruppo classe su WhatsApp che per la maggior parte di loro costituisce uno strumento equivalente al tradizionale gruppo di studio

9 ragazzi su 10 hanno uno smartphone con accesso internet in mobilità: tra questi oltre il 60% accede ai social mentre si trova a scuola e quasi la metà di loro anche in presenza di un docente

Oltre la metà degli intervistati trascorre sui social network più di un’ora al giorno. Globalmente 1 ragazzo su 4 si dichiara sempre connesso.

Preoccupa in maniera più forte il fenomeno del cyberbullismo: circa 2 ragazzi su 3 ritengono che fenomeni di questo tipo siano in aumento. Infatti la metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo 4 su 5 accoglierebbero con favore incontri con esperti per formare gli studenti all'uso dei social

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