"Le parafarmacie usate come farmacie", luogotenente del Nas racconta inchiesta

Farmaci che non si potevano vendere, fustelle staccate dalle confezioni per distribuirle sottobanco e ricette compilate da medici compiacenti all'insaputa dei pazienti. I carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione), che eseguirono la perquisizione nelle farmacie e parafarmacie di Mario Terrana, ricostruiscono in aula i dettagli dell’inchiesta. A distanza di poco meno di due anni dai rinvii a giudizio, disposti dal gup Francesco Provenzano il 12 novembre del 2015, dopo una serie di rinvii dovuti a difficoltà nel comporre il collegio giudicante e problemi legati alle notifiche, stato aperto il dibattimento con l’audizione dei primi testi al processo per la presunta truffa nella vendita dei farmaci.

Sul banco degli imputati dieci persone fra farmacisti, medici e rispettivi collaboratori. Secondo l’accusa – l’inchiesta inizialmente coordinata dal pm Andrea Bianchi è stata conclusa, dopo il trasferimento, dal collega Carlo Cinque – avrebbero ideato un sistema di truffa che consisteva nello staccare le fustelle dai farmaci per ottenere il rimborso dal Servizio sanitario nazionale e poi rivenderli sottobanco.

La presunta associazione a delinquere avrebbe avuto al vertice il farmacista Mario Terrana, 62 anni, che si sarebbe avvalso della collaborazione di medici compiacenti che gli fornivano le ricette all’insaputa dei loro assistiti. Terrana, titolare di una farmacia a Porto Empedocle e di due parafarmacie che avrebbe utilizzato per vendere abusivamente farmaci privi delle cosiddette fustelle, le targhette identificative obbligatorie per legge, il dieci aprile del 2014 era finito agli arresti domiciliari. Ed è proprio questo aspetto che ieri è stato confermato dal luogotenente del Nas Lorenzo Stabile. “Abbiamo trovato all’interno della parafarmacia del dottore Terrana alcuni farmaci di tipo A e dei farmaci senza fustelle. C’erano pure alcune ricette precompilate con la firma di alcuni medici”.