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Traversate clandestine “di lusso” pagando il triplo, il procuratore Vella: “Ormai sono una realtà alternativa ai barchini della morte”

Niente carrette del mare ma viaggi confortevoli che rappresentano un’evoluzione dell’immigrazione disperata. Il costo del biglietto “in prima classe” è riservato a persone che dispongono di notevoli risorse finanziarie e in contanti

“Viaggi sicuri che costano di più ed esenti da rischi, ben diversi dai famigerati barchini della morte”: esordisce così il procuratore facente funzioni del tribunale di Agrigento, Salvatore Vella, nello svelare quella che è ormai una realtà alternativa e ben consolidata alle traversate che sempre più spesso finiscono in tragedia, con tanti corpi ammassati in imbarcazioni fatiscenti. Qui la tratta costa di più, “anche il triplo - dice Vella - rispetto ad un normale ‘biglietto’ pagato dai sub-sahariani che spesso sfidano la morte per raggiungere le coste siciliane.

In questo caso, grazie all’egregio lavoro della Guardia di Finanza, abbiamo fatto luce su questo fenomeno dei viaggi in ‘business class’ se così possiamo definirli. Una modalità diversa che si affianca ai canali ben più pericolosi. L’equipaggio era costituito da pescatori che con questa singola operazione sarebbero riusciti a guadagnare la stessa cifra che ricaverebbero con ben 3 mesi di lavoro. E’ gente esperta, sono marinai, gente abituata a stare in mare che quindi può garantire ai ‘clienti’ sicurezza e assistenza durante il viaggio”.

Undici mila dinari, ovvero quasi 4 mila euro, insomma, per assicurarsi un posto in “prima classe”.

Inoltre il colonnello Alessandro Bucci, comandante del reparto operativo aeronavale di Palermo, ha illustrato i dettagli dell’intervento in mare a seguito della segnalazione pervenuta da un aereo dell’agenzia europea “Frontex”. “Lo scorso 17 febbraio alle 8,20 circa - ha spiegato - è stato intercettato un peschereccio che trainava un barchino con a bordo un solo soggetto, successivamente individuato come membro dell’equipaggio, intento a pulire il natante. E’ stato ritenuto un fatto sospetto dato che si trovava a 5 miglia da Lampione. Inviate sul posto due imbarcazioni della Guardia di Finanza per investigare, è stato notato che c’erano 11 migranti, poi salvati. Il barchino era privo di motore e non c’erano segni di bivacco a bordo. I migranti erano in ottime condizioni di salute. Il peschereccio era invece privo di pescato e le attrezzature  di cui disponeva non erano idonee alle attività di pesca in alto mare. Per qursto abbiamo condotto tutti a Lampedusa e, successivamente, abbiamo fornito un quadro probatorio sufficiente al fermo dei 5 membri dell’equipaggio”.

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