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Cronaca

Tamponi rapidi anti-Covid, il Tar: "Illegittime le tariffe imposte ai laboratori"

Con circolare del 25 settembre, l’assessorato della Salute aveva previsto la possibilità per i laboratori di analisi di effettuare i test a 15 euro

Annullati i provvedimenti che stabiliscono le tariffe dei tamponi rapidi. Lo ha deciso il Tar Sicilia - presidente Calogero Ferlisi e relatore Sebastiano Zafarana - che ha accolto le tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia. Il giudice amministrativo ha rilevato come il provvedimento di determinazione delle tariffe risulti viziato pioché adottato “in assenza di una norma attributiva del potere” e ha rilevato l’illegittimità di una “tariffa regionale imposta” da una semplice “direttiva” o circolare dell’assessorato della Salute.

Con circolare del 25 settembre, l’assessorato della Salute ha previsto la possibilità per i laboratori di analisi di effettuare i tamponi rapidi per la diagnosi del Covid 19, fissando una tariffa regionale obbligatoria di 15 euro. Alcuni laboratori di analisi, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, hanno impugnato davanti al Tar Sicilia il provvedimento, ritenendo il prezzo stabilito assolutamente inadeguato e diseconomico.

Con il ricorso, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno sostenuto l’assenza di una norma che legittimasse l’adozione del provvedimento, rilevando, inoltre, che, la tariffa sarebbe stata determinata in assenza di istruttoria volta, se non ad una concertazione con le associazioni di categoria dei laboratori di analisi, quanto meno ad una audizione o consultazione delle stesse. Inoltre, con il ricorso è stato rilevato come la tariffa sarebbe stata determinata in assenza di un’apposita analisi volta ad individuare i dati di costo e i prezzi di mercato. In particolare, l’assenza di qualsivoglia analisi di mercato avrebbe fatto si che l’amministrazione regionale fissasse una tariffa del tutto disancorata non solo da quelle normalmente applicate dai laboratori - sia in Sicilia che nelle altre Regioni - ma, addirittura, avulsa dagli stessi costi di produzione.

Il prezzo imposto dalla Regione siciliana (15 euro), secondo i ricorrenti, è diseconomico, irragionevole ed inferiore rispetto a quello previsto nelle altre regioni nonché a quello riconosciuto ai medici di Medicina generale e ai pediatri di libera scelta. Lo stesso Ordine nazionale dei Biologi ha chiarito che la tariffa di 15 euro è insostenibile perché il “test viene venduto, dai fornitori ai laboratori di analisi, a circa 10 euro. Un costo a cui vanno poi aggiunte anche tutte le altre spese sostenute nei laboratori ed indispensabili per la obbligatoria messa in sicurezza e sanificazione dei locali a esclusivo interesse del personale e degli stessi pazienti”

Con la sentenza, il giudice amministrativo ha, inoltre, sottolineato che la tariffa fissata dall’assessorato della Salute è stata determinata sulla base dei prezzi (particolarmente bassi) offerti da taluni produttori alla Regione per quantitativi enormi (milioni di tamponi) anzichè sulla base dei prezzi applicati “a singole strutture private e per quantità ovviamente di molto inferiori e dimensionate alla realtà del singolo laboratorio”. E’ stato, al riguardo sottolineato come da taluni dei preventivi prodotti in giudizio si ricavi “che il prezzo applicato per acquisti medio piccoli era in un caso pari a 18 euro e nell’altro pari a 30 euro”.

Per effetto della sentenza del Tar Palermo viene, dunque, meno l’obbligo per i laboratori privati di applicare ai tamponi rapidi una tariffa pari a 15 euro. Da parte sua, la Regione – come chiarito dal TAR -  dove volesse adottare nuove misure in materia di contrasto al virus Sars-Cov-2 , dovrà in futuro adeguatamente bilanciare “gli altri interessi pubblici e privati contrapposti, in coerenza con il quadro normativo indicato e con l’evoluzione della situazione emergenziale”, non potendo penalizzare irragionevolmente i soggetti privati.

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