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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il Tar dà ragione al Comune capoluogo: "Si poteva usare la discarica di Siculiana"

Per mesi, come si ricorderà, gli automezzi delle ditte che hanno in gestione l'appalto, con Iseda capofila, hanno dovuto viaggiare avanti e indietro per Lentini

Il Tar Sicilia riapre, con un provvedimento di queste ultime ore, la speranza per i cittadini di Agrigento, di non pagare importanti somme aggiuntive, nelle bollette dei rifiuti 2017, come quota del conferimento nella discarica di Lentini, che si trova ad oltre 200 chilometri dalla città dei templi, conferimento che è durato per per diversi mesi dello scorso anno.

Il tribunale amministrativo regionale infatti, ha accolto l’istanza di sospensione presentata dal Comune di Agrigento, del DDG del 2 dicembre scorso,  che imponeva per l’ennesima volta nella seconda metà del 2016 di portare i rifiuti solidi urbani della città fino alla discarica di Lentini anziché nella più vicina Siculiana.

"Si tratta – si legge  in una nota stampa dell’assessore ai rifiuti Domenico Fontana - di un provvedimento particolarmente importante perché, già in questa fase preliminare, riconosce la totale assenza di motivazioni del provvedimento del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti. Essendo all’epoca aperto e funzionante l’impianto di Siculiana non era possibile mandare da un’altra parte i rifiuti dei comuni territorialmente più vicini come Agrigento e Cattolica per sostituirli con quelli di comuni più lontani".

Ma la cosa più importante per gli agrigentini è che, visto che il Tar avrebbe riconosciuto questa violazione già in questa fase preliminare, si apre una speranza, più teorica che pratica, va detto, per l’annunciata ma non ancora presentata richiesta di risarcimento in sede civile che l’amministrazione comunale di Agrigento spiega di voler portare avanti a tutela degli interessi della comunità.

Per mesi, come si ricorderà, gli automezzi delle ditte che hanno in gestione l’appalto, con Iseda capofila, hanno dovuto viaggiare avanti e indietro per Lentini per scaricare i rifiuti solidi urbani con un aggravio di costi che finirebbero per essere spalmate sulle prossime bollette degli agrigentini a meno che il Comune non acceleri le procedure per chiedere i “danni” alla Regione Sicilia.

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