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Venerdì, 26 Aprile 2024
Tribunale

"Facciamo sesso o tuo marito saprà che eravamo amanti": condannato 39enne

L'imputato era accusato di avere ricattato la donna di diffondere le foto intime e averla costretta ad avere rapporti sessuali completi: il giudice gli infligge 9 mesi per stalking e lo assolve per violenza e minaccia

Nove mesi di reclusione per l'accusa di stalking, assoluzione per minaccia e violenza sessuale. E' il verdetto del giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, nei confronti di un trentanovenne accusato di avere perseguitato l'ex amante e non solo.

Minacce di morte, decine di telefonate, insulti e ricatti: per oltre un anno avrebbe molestato la donna che aveva interrotto la loro relazione sentimentale clandestina iniziando a intimorirla e prospettandole che avrebbe detto al marito, con cui conviveva in Romania, della loro situazione. Nel mirino sarebbe finito pure un amico della donna che sarebbe stato ripetutamente minacciato di morte, in maniera indiretta, attraverso alcune telefonate.

La pena inflitta, oltre ad essere ridotta per il giudizio abbreviato, è ulteriormente contenuta perchè un perito psichiatrico, nominato dal gup su richiesta del difensore dell'imputato, l'avvocato Claudio Testa, ha riconosciuto un vizio parziale di mente. Il pubblico ministero Gianluca Caputo aveva chiesto la condanna a 3 anni per tutti i capi di imputazione.

La donna e il suo amico, bersaglio di minacce, ricatti e non solo, si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Teresa Alba Raguccia e Graziella Vella. A carico del 39enne anche l'accusa - non confermata nel processo - di violenza sessuale. In particolare, dal novembre del 2017 all'agosto successivo, era accusato di avere costretto l'amante a subire dei rapporti sessuali completi dopo averla scaraventata sul letto, trattenendola con violenza e minacciandola di rivelare della loro relazione extraconiugale.

Ricatti analoghi nel periodo successivo dove l'avrebbe ripetutamente minacciata di diffondere foto intime e sessualmente esplicite che provavano la loro relazione arrivando al punto di inviarle alla figlia della donna alla quale avrebbe raccontato ogni cosa.

La donna sarà risarcita dall'imputato che dovrà pure versare un anticipo di 1.500 euro. 

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