"Rapina con la spranga a operai per vendicare lite", confermate tre condanne

Rapina con una spranga in mano per vendicare un litigio che ci sarebbe stato fra il padre di uno di loro e alcuni operai che stavano eseguendo uno scavo per conto di Girgenti Acque e avevano chiuso al traffico una strada. La Corte di appello, nonostante i difensori (gli avvocati Monica Malogioglio e Daniele Re) avessero provato a chiedere la riqualificazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ha confermato le tre condanne decise in primo grado, al termine del processo con rito abbreviato, dal giudice dell’udienza preliminare Stefano Zammuto. Gli imputati sono i fratelli Giuseppe e Angelo Schillaci, 26 e 22 anni, e Salvatore Camilleri, 19 anni: i giudici non hanno modificato la condanna a 3 anni e 2 mesi di reclusione. L’episodio al centro del processo risale al 28 novembre di due anni fa.

La spedizione punitiva sarebbe scattata dopo un litigio fra il padre dei fratelli Schillaci e alcuni operai di una ditta che stava eseguendo un appalto per conto di Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio idrico in gran parte dei comuni della provincia di Agrigento. I tecnici stavano svolgendo dei lavori di manutenzione della condotta in via Toniolo, alle spalle dello stadio Esseneto, e avrebbero detto al padre dei fratelli Schillaci che non era consentito entrare con l’auto per via dello scavo. Ne sarebbe sorto un diverbio che, poco dopo, ha avuto un seguito. Schillaci raccontò l’episodio ai figli. I due ragazzi, insieme all’amico Camilleri, sarebbero andati nel cantiere per consumare la violenta vendetta. Con la minaccia di una spranga si sarebbero impossessati del furgone, portato via da uno di loro, mentre gli altri due sarebbero andati via con la loro auto. Gli operai hanno chiamato i carabinieri che hanno rintracciato i due fratelli Schillaci e Camilleri, sottoposti dal pm Brunella Sardoni a fermo di indiziato di delitto.