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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Porto Empedocle

Massacrato dopo spedizione punitiva, la difesa: "Non era armato"

Il legale di Libertino Vasile Cozzo, accusato di essere andato a minacciare un'intera famiglia, replica al pm: "La pistola non aveva le sue impronte"

"Come si può sostenere che la pistola fosse in mano all'imputato se non ci sono impronte, non sono stati fatti altri accertamenti ed era distante parecchi metri?". L'avvococato Raimondo Tripodo ha replicato così alla richiesta di condanna da parte del pm nei confronti del pescivendolo empedoclino Libertino Vasile Cozzo, 44 anni.

Il pregiudicato sarebbe andato con una pistola clandestina nel deposito di pesce dove avrebbe dovuto consumare una vendetta per non meglio precisati motivi di astio. In realtà i rivali lo avrebbero accerchiato con un bastone picchiandolo selvaggiamente alla testa, al volto e fratturandogli una gamba. "Se fosse stato armato - ha aggiunto Tripodo - non si sarebbe fatto picchiare in quel modo".

Il pubblico ministero Alfonsa Fiore, a conclusione della requisitoria, all'udienza precedente, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Vasile Cozzo, nella circostanza, fu anche arrestato ma non fu subito messo a fuoco il ruolo dei suoi avversari. Davanti al giudice monocratico Alfonso Pinto, sono imputati, oltre a Vasile Cozzo, i quattro pescivendoli – tre fratelli e un loro nipote - che lo avrebbero brutalmente picchiato. Si tratta di Stanislao Freddoneve, 51 anni; Giovanni Freddoneve, 26 anni, Gaspare Freddoneve, 43 anni e Carmelo Freddoneve, 57 anni.

Per Vasile Cozzo l’accusa è di minaccia aggravata dall’uso dell’arma. I Freddoneve, assistiti dall’avvocato Salvatore Pennica, sono imputati di lesioni aggravate. Il pm, ritenendo provati i fatti, ha chiesto la condanna di tutti i 5 imputati (4 anni per Vasile Cozzo, 3 anni per gli altri). Il 19 marzo sarà emessa la sentenza. 

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