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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Porto Empedocle

"Chiede soldi al piantone della Questura e rifiuta di farsi identificare", condannato 35enne

Il giudice gli ha inflitto sei mesi di reclusione per l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale: l'imputato, che sta scontando in carcere una condanna per estorsione, si difende: "Sono stato scaraventato a terra"

Sei mesi di reclusione per l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale: sono stati inflitti dal giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto, nei confronti di Calogero Falzone, 35 anni, di Porto Empedocle.

L'uomo, difeso dall'avvocato Gianfranco Pilato, fu arrestato nell'aprile del 2018 dalla polizia dopo una serata particolarmente movimentata. Falzone, secondo l'accusa, in evidente stato di ubriachezza, sarebbe entrato in Questura chiedendo al poliziotto che si trovava nel gabbiotto all'ingresso di dargli 2,5 euro per il pullman che gli sarebbero serviti per tornare a Porto Empedocle. L'agente lo avrebbe prima invitato ad andarsene e poi, in seguito al suo rifiuto, gli avrebbe chiesto i documenti.

Falzone, a quel punto, avrebbe rifiutato di farsi identificare scagliandosi anche contro gli altri poliziotti intervenuti in soccorso. Il trentenne, che sta scontando una condanna a 3 anni per estorsione, quella sera finì in ospedale con un trauma cranico. Secondo quanto messo a referto dagli agenti, sarebbe svenuto per l'ubriachezza. Falzone e il suo difensore, però, sostengono che sarebbe stato spintonato e che la ricostruzione dei fatti sarebbe diversa.

Il pubblico ministero Salvatore Caradonna, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna a un anno e mezzo. 

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