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Cronaca Santa Elisabetta

Picchiò compagna e figlie ma non commise abusi, condannato quarantatreenne

L'uomo era finito a processo per le accuse di maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza sessuale. I giudici gli hanno inflitto 2 anni e 2 mesi di reclusione

Due anni e due mesi di reclusione per le accuse di maltrattamenti e violenza sessuale. Sono stati inflitti dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, nei confronti di un quarantatreenne di Santa Elisabetta accusato dalla donna, con cui era in corso la separazione, di violenze e abusi. 

All'imputato (di cui si omettono le generalità a tutela delle presunte vittime anche di reati sessuali) si contestava di avere maltrattato per sei anni, a partire dal 2011, la compagna e, in almeno due occasioni, le figlie minori. La donna, secondo l'ipotesi accusatoria, che su questo fronte ha retto al vaglio del processo, sarebbe stata più volte strattonata e aggredita con calci, schiaffi e pugni. 

L'episodio più grave sarebbe avvenuto il 26 marzo del 2017: la donna sarebbe stata presa a morsi sulla spalla, sarebbe stata afferrata per il collo e avrebbe subito un tentativo di strangolamento. In questa circostanza avrebbe riportato delle lesioni, oggetto di uno specifico capo di imputazione.

L'accusa di violenza sessuale, dalla quale il quarantenne - che è stato difeso dall'avvocato Antonino Gaziano - è stato assolto, scaturiva dall'avere costretto, con minacce di morte e con le percosse, a subire diversi rapporti sessuali completi.

Il pubblico ministero Sara Varazi, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per tutte le imputazioni. Accuse, secondo la difesa, "del tutto insussistenti e non provate dal dibattimento". 

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