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Cronaca Lampedusa e Linosa

Sergio Castellitto è Pietro Bartolo: il film "Nour" è nelle sale

La protagonista della pellicola è una bambina siriana di dieci anni che ha affrontato il viaggio in mare da sola e che ora vuole ritrovare sua madre

E' da oggi nelle sale, e lo sarà per altri due giorni, Nour,  film ispirato all'attività di Pietro Bartolo come medico a Lampedusa. Il film andrà anche in onda su Sky il 20 agosto. "È falso che i migranti portano in Italia e in Europa malattie- spiega in occasione del lancio Pietro Bartolo - una semplificazione con conseguenze di discriminazione e contraria al diritto universale alla salute. In Italia, purtroppo è difficile parlare di migrazione senza entrare nel terreno di scontro politico e ideologico. Bisogna educare alla tolleranza e fin da piccoli contrastare tutte le forme di razzismo, creando una cultura dell'inclusione". È Sergio Castellitto a dare il volto a Pietro Bartolo, protagonista di una storia che vede al centro Nour, una bambina siriana di dieci anni che ha affrontato il viaggio in mare da sola e che ora vuole ritrovare sua madre.

Bartolo-Castellitto, medico dell'isola, se ne prende cura e, un passo dopo l'altro, cerca di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e un nuovo futuro. Una storia vera e a lieto fine, tratta dal libro "Lacrime di sale", che raccoglie ricordi ed esperienze dello stesso Bartolo.

Nour è una produzione Stemal Entertainment, Ipotesi Cinema in collaborazione con Rai Cinema. Un film realizzato grazie al sostegno dell'Associazione Sanità di Frontiera e Consulcesi Onlus. La regia è di Maurizio Zaccaro.

"A livello politico - evidenzia ancora Bartolo - è necessario mettere in campo iniziative per migliorare l'accesso alle cure ai rifugiati e migranti. Serve anche una nuova cultura socio sanitaria, il personale sanitario deve essere adeguatamente formato a gestire emergenze di frontiera. Per questo motivo ho deciso di collaborare con Sanità di Frontiera ad un progetto di formazione professionale sul tema dei migranti". "Continua ad essere fondamentale-  conclude Francesco Aureli, direttore generale di Sanità di Frontiera - portare avanti i progetti legati alla formazione professionale dei medici e dei professionisti sanitari che metta al centro un nuovo umanesimo in medicina, che ripensi alla sanità in una prospettiva globale senza confini".

(fonte: ANSA)

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