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Cronaca

"Le nomine nel corsorzio Asi furono legittime", altre 8 assoluzioni diventano definitive

La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura generale e accolto quello della difesa mettendo la parola fine all'inchiesta in cui sono stati tutti scagionati nei vari stralci processuali

Non dichiararono falsamente di possedere i requisiti per entrare nel consiglio di amministrazione dell’Asi, nè ci fu alcun abuso di ufficio nelle nomine. La Cassazione accoglie il ricorso dei difensori, dichiara inammissibile quello della procura generale e mette la parola fine sull’inchiesta per le nomine nei consigli di amministrazione dell’Area di sviluppo industriale, ente che negli anni successivi è stato soppresso.

La Suprema Corte ha ribaltato la sentenza, emessa poco più di un anno fa dai giudici della Corte di appello che avevano modificato in parte il verdetto di primo grado che scagionava tutti i nove imputati. Otto assoluzioni (un'imputata ha rinunciato al ricorso) diventano definitive. Per i due amministratori, che rispondevano solo di abuso di ufficio, vale a dire l’ex sindaco di Joppolo Giancaxio, Salvatore Lo Dico, 59 anni, e l’ex assessore comunale di Racalmuto, Calogero Morgante, 73 anni, già in appello era stata confermata l’assoluzione, emessa l’8 ottobre del 2012 dal gup Stefano Zammuto. La procura generale aveva impugnato il verdetto che, invece, è stato confermato. In appello era stata ribaltata, invece, la sentenza per i sette consiglieri che erano accusati di avere dichiarato falsamente di possedere i requisiti per ottenere la nomina nel consiglio di amministrazione dell’Area di sviluppo industriale.

La condanna a 15 giorni di reclusione per l’accusa di falso (esclusa l’aggravante di averlo fatto con l’obiettivo “di conseguirne un profitto”) era stata convertita in una multa di 3.750 euro. La condanna era stata inflitta a Giuseppe Cacciatore, 65 anni, di Joppolo Giancaxio; Vincenzo Gagliardo, 45 anni, di Raffadali; Vincenzo Randisi, 48 anni, di Joppolo Giancaxio; Giuseppa Maria Francesca Gulisano, 53 anni, di Raffadali; Carmela Di Marco, 52 anni, di Racalmuto; Giuseppina Brucculeri, 42 anni, di Venaria Reale (Torino); e Massimo Parisi, 38 anni, di Aragona. Anche per loro, comunque, era stata confermata l’assoluzione di primo grado per l’accusa di abuso di ufficio legata alla nomina illegittima di cui avrebbero beneficiato. In Cassazione era  stato messo di nuovo tutto in discussione. Oltre al ricorso del pg contro le assoluzioni, i difensori degli imputati (fra gli altri gli avvocati Ignazio Valenza, Enrico Quattrocchi, Antonino Casalicchio, Giuseppe Lo Dico e Carmelo Bruccoleri) hanno impugnato le condanne ad eccezione di Giuseppina Brucculeri la cui sentenza, avendo rinunciato al ricorso in Cassazione, è diventata definitiva.

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