Quella "misteriosa" nave che ha creato tanta curiosità: è dell'Eni e serve per le trivellazioni
La società, lo scorso febbraio, ha presentato una istanza di permesso di ricerca di idrocarburi in mare e attività di acquisizione sismica 3D canale di Sicilia - zona “G”, al largo di Gela
Da più giorni, ieri soprattutto quando in tanti approfittando della giornata festiva hanno fatto una passeggiata lungo la costa, la domanda è una soltanto: "Ma che nave è?". Qualcuno ha perfino ipotizzato che potesse trattarsi di una nave militare, cosa che è stata smentita dalla Capitaneria di Porto Empedocle.
Ad attirare l'attenzione di tanti, anzi tantissimi, agrigentini è la "Sapiem 10000": una nave dell'Eni per le trivellazioni, capace di eseguire la perforazione di pozzi in fondali di profondità fino a 10.000 piedi. La nave viene utilizzata sia per perforazioni esplorative che per la realizzazione di pozzi di sviluppo di giacimenti già conosciuti. Può inoltre essere utilizzata nelle opere di completamento dei pozzi e nelle prime fasi di produzione con relativi test, grazie alla sua capacità di immagazzinamento di greggio, pari a 140.000 barili.
L'Eni - lo scorso febbraio - ha presentato una istanza di permesso di ricerca di idrocarburi in mare ed attività di acquisizione sismica 3D canale di Sicilia - zona “G”, al largo di Gela, corredandola con uno studio di impatto ambientale. L’area dell’istanza, per la precisione, ha un’estensione di circa 153,90 km2 e si trova a circa 23 km (12,4 miglia nautiche) a Sud/Ovest della costa di Gela, a circa 20 km (10,8 miglia nautiche) a Sud della costa di Licata e a circa 23 km (12,4 miglia nautiche) ad Est della costa di Vittoria. L’area ricade in una parte dell’offshore siciliano che, a fronte di un tema di ricerca provato e di precedenti attività esplorative è stata ritenuta solo parzialmente investigata e quindi caratterizzata da un significativo potenziale minerario. Obiettivo principale dell’istanza di ricerca di idrocarburi a mare - era stato scritto da Eni - è l’individuazione di nuove riserve di giacimenti off-shore e, quindi, lo sfruttamento in modo efficiente e senza impatti negativi sull’ambiente.