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Mafia Licata

Cosche e massoneria deviata, imputato in aula: "Soldi al boss? Erano per la droga"

Vincenzo Spiteri nega di avere raccolto i proventi delle attività illecite: "Compravo gli stupefacenti da Angelo Occhipinti per mio fratello, se fossi stato un affiliato non avrei subito tre furti con scasso"

"Chiedo scusa al pm se non gliel'ho detto prima ma è arrivato il momento che lo faccia, quei soldi che ho dato ad Angelo Occhipinti erano per la droga.

La compravo da loro per mio fratello Gabriele, avrei dovuto dirlo prima. La mafia non c'entra, non sono mafioso e la prova è che ho subito tre furti con scasso e ho presentato sempre denuncia. I mafiosi non vengono derubati e non vanno dai carabinieri": il cinquantatreenne Vincenzo Spiteri, imputato nel processo che scaturisce dalla doppia inchiesta "Assedio e Halycon" sulle famiglie mafiose di Licata, poco prima della conclusione dell'udienza, spariglia le carte e chiede di rilasciare dichiarazioni spontanee in videocollegamento dal carcere dove è detenuto.

Il presidente della prima sezione penale Alfonso Malato (del collegio fanno parte anche i giudici a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino) gli chiede di essere "rapido e pertinente". In pochi minuti prova a smentire l'ipotesi accusatoria per la quale è stato rinviato a giudizio, ovvero l'aver fatto parte della famiglia mafiosa di Licata con il ruolo, in particolare, di uomo di fiducia del boss Angelo Occhipinti per conto del quale avrebbe curato la riscossione dei proventi delle attività delittuose. "Mio fratello Gabriele (altro imputato con l'accusa analoga) fa uso di droga e i soldi che consegnavo a Occhipinti erano quelli della droga che mi vendeva per Gabriele. Le chiedo scusa - ha detto rivolgendosi al pm della Dda Alessia Sinatra, collegata dal tribunale di Agrigento dove si stava celebrando l'udienza - ma avrei dovuto dirglielo prima". 

In questo stralcio del processo sono imputati in otto. Si tratta di Angelo Bellavia, 65 anni; Antonino Cusumano, 44 anni; Giovanni Lauria, 79 anni; Antonino Massaro, 61 anni; Salvatore Patriarca, 42 anni; Alberto Riccobene, 53 anni; Gabriele Spiteri, 47 anni e Vincenzo Spiteri, 53 anni. Le accuse contestate sono di associazione mafiosa e favoreggiamento aggravato. Ieri mattina hanno giurato i periti Giovanni Fontana e Santo Bonsignore che trascriveranno le intercettazioni disposte nell'ambito dell'inchiesta. Si torna in aula il 28 gennaio. 

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