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Domenica, 28 Aprile 2024
Tribunale della libertà / Licata

L'inchiesta sulle scommesse illegali gestite dalla mafia, no del riesame ad altri tre arresti

I giudici rigettano l'appello della procura che chiedeva il carcere per gli indagati accusati di estorsione: attenuata la misura a un geometra. Fra i coinvolti il boss Angelo Occhipinti

No dal tribunale del riesame all'arresto di tre indagati dell'operazione "Breaking Bet", che avrebbe disarticolato un giro di scommesse on line illegali oltre che di estorsioni mafiose.

I giudici hanno rigettato l'appello dei pubblici ministeri della Dda di Palermo che chiedevano l'ordinanza di custodia cautelare in carcere di quattro indagati accusati di essere mandanti ed esecutori di un'estorsione ai danni di un imprenditore di Licata.

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Si tratta di Vincenzo Corvitto, 50 anni; Angelo Occhipinti, 69 anni, Vincenzo Spiteri, 56 anni; tutti di Licata e Giuseppe Puleri, 44 anni, di Campobello. Il solo Corvitto è finito in carcere, lo scorso 8 novembre, giorno in cui è scattata l'operazione, eseguita dalla Dia. Il provvedimento è stato deciso per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ma è stata respinta la cattura per l'accusa di estorsione contestata insieme agli altri tre indagati, vecchie conoscenze degli inquirenti di recente coinvolti nell'inchiesta antimafia "Assedio". 

Scommesse illegali ed estorsione, scatta l'operazione

Occhipinti, in particolare, figura storica della mafia di Licata, sta scontando una condanna a 20 anni e 4 mesi di reclusione. Il gip di Palermo, Walter Turturici, aveva già rigettato la richiesta di arresto in relazione a un'accusa di estorsione a carico dei quattro indagati ai quali si contesta di avere costretto un imprenditore a pagare il pizzo.  

Il tribunale del riesame, dopo avere sentito in udienza pure le ragioni dei difensori (il collegio era composto dagli avvocati Salvatore Pennica, Giuseppe Barba, Luca Cianferoni, Marco Ripamonti e Desirèe Platania) ha confermato la decisione del gip.

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Gli stessi giudici, inoltre, accogliendo il ricorso degli avvocati Santo Lucia e Lorena Privato, hanno ritenuto insussistente l'accusa di associazione a delinquere a carico di un geometra riducendo la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione da 12 a 9 mesi. La misura resta applicata per la sola accusa di avere contribuito ad attribuire fittiziamente la proprietà di alcune società per sfuggire ai sequestri.  

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