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Domenica, 28 Aprile 2024
Presentata la relazione

Cosa Nostra capace di infiltrarsi nell'economia e nessuna associazione antiracket iscritta nell'Agrigentino

Secondo la commissione regionale Antimafia in Sicilia, non ci sono organizzazioni nell'albo prefettizio

Favara era stata scelta per il suo peculiare tratto criminale. La commissione regionale Antimafia, presieduta da Antonello Cracolici, è stata in tutte le sedi prefettizie dell'isola e soltanto in alcuni Comuni: Favara appunto, ma anche Acate e Castelvetrano. Nel corso degli incontri con i prefetti siciliani vennero sentiti anche 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, i questori, i comandanti provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri, nonché i vertici delle direzioni investigative antimafia delle singole province. Quello che è emerso è stato illustrato oggi a palazzo dei Normanni. 

Mafia capace di infiltrarsi nell'economia

Esiste una mafia capace di infiltrarsi sempre più nell'economia legale e in grado di stringere alleanze per competere con le organizzazioni criminali straniere, complice un calo generale della tensione antimafia nell'opinione pubblica e una scarsa incidenza delle associazioni anti-racket che ha permesso negli ultimi anni nuove forme di raccolta del pizzo.

Estorsioni sempre in auge

È emersa una recrudescenza del fenomeno estorsivo, sia connessa a una minore capacità del sistema imprenditoriale siciliano di reagire, sia in termini di denunce che in termini di reazione, con numerosi casi in cui, al contrario, sono gli stessi imprenditori o i commercianti a cercare la protezione dei clan per la cosiddetta "messa a posto". C'è inoltre un sentimento di indifferenza che ha determinato l'assenza di associazioni antiracket in alcune province siciliane o la loro cancellazione per inattività, riducendo la loro funzione, in alcuni casi, alla mera assistenza legale della vittima di estorsione senza che ciò si traduca in una attività di prevenzione e sensibilizzazione contro il racket. Sono 30, in tutto, - stando a quanto è emerso dalla relazione della commissione Antimafia - le associazioni antiracket registrate nell'isola, 31 se si considera che ce n'è una in attesa di iscrizione a Ragusa, dove, nel 2021, tre associazioni sono state cancellate per inattività. Nella provincia di Agrigento, invece, non risulta alcuna associazione iscritta all'albo
prefettizio.

Troppe armi in giro 

Troppe armi in giro. È l'allarme lanciato dai sindaci della Sicilia alla commissione antimafia dell'Ars. "Soprattutto in alcune province, come nell’Agrigentino e nel Siracusano - si legge nella relazione della commissione - ma praticamente in tutta la Sicilia, vi sia una diffusa circolazione di armi, utilizzate come status symbol da ampie fasce della popolazione, cosa che ha favorito il compimento di omicidi, anche plurimi". Ma è emersa anche la carenza cronica di personale qualificato, di agenti municipali e l'assenza di sistemi di videosorveglianza che richiedono costi di installazione e manutenzione fuori dalla portata delle casse dei Comuni siciliani. Su questo la commissione chiederà al governo regionale, così come fatto con una risoluzione urgente per i Comuni della “fascia trasformata” di estendere a tutti i territori, in particolare a quelli in dissesto economico, le tecnologie utili a tutela della sicurezza e della legalità.

Mappatura di Cosa Nostra

Dalla mappatura di Cosa Nostra, effettuata dalla commissione, emerge un’organizzazione che presenta “elementi di omogeneità ma anche profonde differenze nella sua articolazione nelle nove province dell’Isola, specie per quanto riguarda i suoi ambiti di interesse e i rapporti con altre organizzazioni criminali”. È quanto accade, ad esempio, nei territori in cui convivono Cosa Nostra e Stidda che uniscono le proprie forze per competere con organizzazioni criminali straniere. Il modello criminale mafioso si articola o nei classici mandamenti - che hanno una presenza storica che si tramanda in alcuni casi di padre in figlio - o in una spartizione di zone d'influenza dove operano, in autonomia, più soggetti criminali o più famiglie mafiose pronti, tuttavia, a collaborare reciprocamente per i propri interessi. Cosa Nostra esercita il suo controllo nel territorio attraverso zone di influenza tramite clan che assumono il comando di intere zone o quartieri. Un modello che, seppur con elementi di differenza tra le singole province, è caratteristica di tutto il territorio siciliano e a cui, in alcune province, si aggiungono i clan legati alla Stidda. A caratterizzare le nuove forme di criminalità, evidenzia la relazione dell’Antimafia regionale, “è una diffusa ‘pax mafiosa’ con un basso livello di conflittualità interna”.

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