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Cronaca Licata

Disabili sequestrati e seviziati, i video sui social: i tre indagati restano in carcere

Il gip Alessandra Vella ha emesso un'ordinanza cautelare confermando la sussistenza del reato di torture. Il procuratore Patronaggio: "Maggiore tutela per chi ha subito danni irreparabili"

Ordinanza cautelare in carcere per i tre licatesi fermati con l'accusa di avere sequestrato, deriso, picchiato e torturato tre disabili. Lo ha disposto il gip di Agrigento, Alessandra Vella, all'indomani dell'udienza di convalida del fermo di Antonio Casaccio, 26 anni; Gianluca Sortino, 23 anni e Angelo Marco Sortino, 36 anni.

I tre indagati, difesi dall'avvocato Santo Lucia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Fra le accuse anche quella di avere filmato con gli smartphone le sevizie che sono state poi diffuse sui social diventando virali. 

Il giudice non ha convalidato il fermo ritenendo che non vi sia il presupposto del pericolo di fuga ma ha disposto ugualmente la custodia in carcere giudicando solido il quadro indiziario. A partire dal reato di tortura, che in Italia è stato introdotto solo di recente. 

"Il grave reato di "tortura" - ha sottolineato il procuratore Luigi Patronaggio che ha condotto l'inchiesta insieme al sostituto Gianluca Caputo - è stato introdotto nel nostro ordinamento solo con la legge 110 del 2017, dopo che l'Italia era stata sanzionata dalla Unione Europea per la mancata applicazione della Convenzione di New York del 1984. L'applicazione della nuova figura di reato ha permesso di tutelare in modo più completo e severo la dignità delle persone offese le quali hanno subito oltre ai danni fisici anche irreparabili danni morali che hanno mortificato in modo permanente la sfera più intima della persona umana".

Le indagini dei carabinieri proseguono per accertare eventuali altri episodi di cui si sarebbero resi protagonisti e identificare alcuni complici.

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