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Il processo / Licata

Doppio tentato omicidio a coltellate e bottigliate: il racconto di polizia e carabinieri

I due agguati sono avvenuti a distanza di un giorno: la vittima era stata presa di mira perchè aveva sedato un litigio in un bar. "Credevamo di trovarci di fronte a un incidente stradale"

"Siamo intervenuti perchè ci sembrava di trovarci in presenza di un incidente stradale e, invece, abbiamo scoperto che c'era stata un'aggressione". 

Sfilata di testi, fra polizia e carabinieri, al processo a carico di Youssef Abid, 21 anni, marocchino, ritenuto l'autore di una duplice brutale aggressione che per poco non costò la vita a un connazionale che, in ogni caso, rimediò uno sfregio permanente al volto. La circostanza ha fatto scattare la contestazione di una specifica aggravante prevista dal "codice rosso" e introdotta proprio poche settimane prima dei fatti.

Due gli episodi al centro del processo, entrambi avvenuti a Licata a distanza di un giorno ovvero il 24 e il 25 agosto del 2019. Youssef, che ha nominato come difensore l'avvocato Angelo Benvenuto, dopo avere avuto uno scontro con un connazionale, scaturito dal fatto che quest'ultimo aveva sedato un litigio in un bar fra lui una terza persona, sarebbe andato nella sua abitazione per prendere un coltello a serramanico e consumare la vendetta.

Nella prima circostanza lo avrebbe ferito con diversi fendenti alla schiena provocandogli ferite all'emitorace. L'indomani lo avrebbe colpito al volto con una bottiglia di vetro provocandogli vaste ferite lacerocontuse al viso. La seconda aggressione ha provocato uno sfregio permanente alla vittima. Da lì l'ulteriore contestazione che farebbe lievitare l'eventuale condanna. Al ventunenne viene contestata anche l'accusa di avere portato fuori dalla propria abitazione un coltello "senza un giustificato motivo".

Alcuni carabinieri, intervenuti nell'immediatezza, dopo la prima aggressione, hanno riferito di avere visto il ferito e di avere creduto che fosse stato vittima di un incidente stradale. Alcuni poliziotti, invece, hanno riferito di un litigio all'ospedale fra l'imputato, che era rimasto contuso e si era fatto medicare, e i parenti della vittima.

Le accuse sono di tentato omicidio con le aggravanti dell'avere agito per futili motivi, con premeditazione e per avere provocato alla vittima uno sfregio permanente. 

Il processo, davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, prosegue il 18 ottobre. 

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