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Cronaca Lampedusa e Linosa

"Un'associazione a delinquere al vertice del Comune", 5 condanne

Per i giudici della seconda sezione penale, l'ex sindaco De Rubeis, l'ex dirigente dell'Utc e altri tre imputati sono colpevoli. Pene fino a 8 anni e 10 mesi di reclusione

Un'organizzazione criminale al vertice del Comune di Lampedusa: i giudici della seconda sezione del tribunale di Agrigento hanno condannato i cinque principali imputati del processo alla cosiddetta cricca di Lampedusa che avrebbe gestito appalti e lavori pubblici in maniera illegittima in cambio di tangenti. I giudici hanno riconosciuto la sussistenza del reato di associazione a delinquere.

La pena più alta è stata inflitta all'ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale Giuseppe Gabriele: 8 anni e 10 mesi di reclusione è la condanna decisa dal collegio di giudici presieduto da Giuseppe Miceli con a latere Rosanna Croce e Vincenzo Ricotta. Per lui il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, aveva chiesto la condanna a 17 anni.

Chieste condanne fino a 17 anni di carcere

Sette anni e nove mesi di reclusione sono stati decisi per l'architetto Gioacchino Giancone, all'epoca dei fatti - fra il 2008 e il 2011 - a capo del settore Attività produttive del Comune. Quattro anni, un mese e quindici giorni per l'ex sindaco Bernardino De Rubeis che, da poco meno di un anno, si trova in carcere per scontare una condanna a quasi 7 anni per un'altra vicenda di tangenti.

Altri due imputati, ritenuti estranei all'associazione, sono stati ritenuti colpevoli per altri reati. L'imprenditore Leonardo Pellegrini è stato condannato a 2 anni per corruzione: secondo i giudici avrebbe voluto costruire un albergo abusivo in combutta con la "cricca" servendosi come "scudo" della società Labproject, ritenuta la "cassaforte" dell'organizzazione. In cambio per Gabriele e Giancone ci sarebbe stata una tangente di 800 mila euro mascherata con un contratto di "datio in solutum". Il funzionario dell'Utc Giovanni Sorrentino, invece, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per abuso di ufficio e falso. Secondo l'accusa, avrebbe sottoscritto dei falsi atti con cui cedeva alcune porzioni di suolo comunale per favorire le speculazioni illegali di Gabriele e Giancone.

Altri diciotto imputati, fra tecnici, professionisti e imprenditori accusati di essere i corruttori, ne sono usciti indenni fra assoluzione e prescrizione. 

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