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Cronaca Lampedusa e Linosa

Nicolini dice "no" alla riapertura dei Cie: "Fomenteranno odio e rivolte"

Il sindaco di Lampedusa si schiera contro la riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione proposta dal ministro dell'Interno Marco Minniti

“I Cie hanno già fallito in passato e riaprirli non potrà fare altro che riaprire vecchie ferite". Sono parole del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, schierata senza senza tentennamenti contro la riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione proposta del ministro dell'Interno Marco Minniti, che spinge per un rafforzamento dei Cie ed un'accelerazione dei rimpatri.

"In termini di rimpatri non ne trarremo alcun beneficio - ha dichiarato il primo cittadino in un'intervista al quotidiano 'Il Mattino' - . Ma i territori ne pagheranno la rinascita a caro prezzo: i centri di espulsione non faranno altro che fomentare incendi, rivolte, suicidi e problemi di ordine pubblico sul territorio. Comprendo l’esigenza del governo di rispondere a un’emergenza reale, legata al senso di insicurezza dei cittadini ma la soluzione individuata è un vicolo cieco che non porta da nessuna parte”.

Il sindaco di Lampedusa critica anche l'idea del Viminale di creare Cie di piccole dimensioni, in zone lontane dai centri abitati. "Non si tratta di contingentare il numero di ospiti - osserva Nicolini - ma di fare i conti, in primo luogo, con problemi di rilievo costituzionale che hanno accompagnato la nascita dei Cie fin dalla loro istituzione. Se parliamo di delinquenti è il carcere il luogo giusto per detenerli ed è in carcere che dobbiamo trovare soluzioni che contrastino la radicalizzazione di soggetti a rischio. Se non parliamo di delinquenti, tenere recluse persone innocenti in una sala d’attesa dalla quale non sanno quando e se usciranno, è illegittimo”.

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