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Sabato, 27 Aprile 2024
Atteso il verdetto

"Non estorsero soldi a clienti dello studio legale": il pg chiede la prescrizione per avvocato e consulente

Francesca Picone e la sorella Concetta in primo grado erano state condannate a 4 anni e 1 anno e 8 mesi con l'accusa di avere preteso delle somme indebite dai familiari di alcuni disabili. In appello il reato è stato riqualificato in "esercizio arbitrario delle proprie ragioni" e l'accusa chiede adesso la conferma dell'ultima sentenza

Secondo il procuratore generale della Cassazione non fu commessa alcuna estorsione nè tantomeno ci fu un tentativo di estorsione. Piuttosto si sarebbe trattato di "esercizio arbitrario delle proprie ragioni", reato che non è più punibile in quanto prescritto.

Il magistrato che rappresenta l'accusa davanti alla Suprema Corte chiede la conferma del verdetto di appello nel processo a carico dell'avvocato Francesca Picone e della sorella Concetta, consulente di un patronato, condannate il 7 dicembre del 2018 per le accuse di estorsione e tentata estorsione a carico dei familiari di alcuni clienti disabili dello studio legale.

"Non fu estorsione": prescrizione per avvocato e consulente

Il gup di Agrigento, Alfonso Malato, aveva inflitto quattro anni all'avvocatessa e un anno e otto mesi alla sorella: sentenza che, il primo aprile dell'anno scorso, è stata riformata dalla Corte di appello di Palermo. Secondo l’accusa iniziale la principale imputata, che in una circostanza avrebbe avuto il supporto della sorella, avrebbe costretto alcuni clienti che assisteva in una causa previdenziale per ottenere l’indennità di accompagnamento per figli o familiari disabili, a pagare una parcella ulteriore a quella stabilita dal tribunale prospettando, in caso contrario, che sarebbero andati incontro a problemi economici peggiori e che avrebbero perso la stessa indennità.

Verdetto modificato in appello dove, in sostanza, la Corte aveva ritenuto che le richieste economiche non fossero indebite ma che le maniere con cui sarebbero state sollecitate sarebbero state illegali. Si tratta, in ogni caso, di un reato meno grave dell'estorsione che, in quanto tale, è stato prescritto.

I giudici avevano, infine, confermato i risarcimenti alle presunte vittime (parti civili con l'assistenza degli avvocati Gisella Spataro, Salvatore Pennica e Arnaldo Faro) dimezzando, però, le provvisionali ovvero l'anticipo subito esecutivo da 10.000 a 5.000.

I difensori delle imputate - gli avvocati Angelo Farruggia, Annalisa Russello, Fabrizio Siracusano e Valerio Spigarelli - hanno impugnato il verdetto in Cassazione chiedendo un'assoluzione da tutte le accuse.

Lo stesso ha fatto la procura generale presso la Corte di appello che sollecitava la condanna per estorsione e tentata estorsione secondo quanto stabilito in primo grado. Il magistrato che rappresenta la pubblica accusa in Cassazione ha chiesto il rigetto di tutti i ricorsi e, quindi, la prescrizione. 

La decisione dei giudici ermellini è attesa nelle prossime ore. 

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