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Domenica, 28 Aprile 2024
Tribunale / Canicattì

"Dammi case, soldi e tabacchino o ti faccio finire in psichiatria e ti uccidiamo": chiesti 2 rinvii a giudizio per estorsione a un anziano

La procura propone il processo per una donna - che si sarebbe prestata di accudire un 75enne costretto, con minacce, a cedergli case, attività e svuotare i conti - e un complice

Minacce di botte, di farlo finire in un reparto di psichiatria e persino di ucciderlo se non avesse assecondato le richieste di denaro che lo avrebbero portato, nel corso dei mesi, a cedere case, attività e svuotare il conto corrente di oltre 700mila euro.

La procura della Repubblica, con un provvedimento firmato dal pubblico ministero Chiara Bisso, in seguito trasferita, ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppina Giardina, 45 anni e Angelo Di Gloria, 65 anni, entrambi di Canicattì, con l'accusa di estorsione aggravata.

I fatti al centro della vicenda risalgono al periodo compreso fra il gennaio del 2017 e l'aprile dell'anno successivo. I due imputati, che hanno nominato come difensori gli avvocati Antonella Zanchi e Calogero Rinallo, avrebbero ripetutamente minacciato un anziano di 75 anni per estorcergli soldi, appartamenti e il tabacchino di sua proprietà.

La donna, in particolare, sarebbe stata vittima di usura da parte di Di Gloria e le somme sarebbero state restituite grazie ai soldi del 70enne, al quale la donna aveva prospettato che sarebbe stato rinchiuso in un reparto di psichiatria, picchiato e persino ucciso dall'imputato se non avesse assecondato le sue richieste. Il tutto - sostiene l'accusa - sarebbe stato premeditato con lo stesso Di Gloria.

L'anziano, quindi, sarebbe stato costretto a emettere assegni e cambiali e prelevare denaro per almeno 80mila euro. E poi ancora avrebbe stipulato un preliminare di vendita di due appartamenti e del tabacchino. La donna, inoltre, l'avrebbe costretto a sottoscrivergli una procura generale in forza della quale aveva ceduto i due appartamenti dell'anziano allo stesso Di Gloria saldando in questo modo il suo debito di 115mila euro.

Una denuncia dell'anziano alla polizia ha fatto poi partire le indagini. La vicenda è approdata adesso in aula per l'udienza preliminare che si terrà, davanti al giudice Stefano Zammuto, il 17 ottobre in cui il gup sentirà in aula l'anziano che si è costituito parte civile con l'assistenza dell'avvocato Giacinto Paci.

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