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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Estorsioni a clienti disabili", niente sentenza: atti restituiti alla Procura

Secondo il gup Stefano Zammuto "il fatto è diverso da come descritto nel capo di imputazione"

"Il fatto è diverso da come descritto nei capi di imputazione": con questa motivazione il giudice dell'udienza preliminare Stefano Zammuto ha deciso di non emettere la sentenza del processo a carico dell'avvocato Francesca Picone e della sorella Concetta, consulente contabile di un patronato, accusate di estorsione e tentata estorsione ai danni di alcuni clienti dello studio legale.

La decisione del giudice è arrivata dopo le repliche del pm, delle parti civili (gli avvocati Giuseppe Arnone, Salvatore Pennica, Arnaldo Faro, Gisella Spataro e Daniela Cipolla) e dei difensori delle imputate, gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello. 

Per l’avvocato Picone, accusata di un episodio di estorsione consumato e due tentativi, sempre ai danni di clienti, il pm aveva chiesto la condanna a 5 anni. Per la sorella Concetta, consulente di un patronato, che avrebbe fatto pressioni in uno dei tre episodi contestati, è stata proposta una pena di un anno e quattro mesi per un’accusa di tentata estorsione. 

L’avvocato Picone è accusata di avere preteso, in tre episodi, che i propri clienti pagassero una somma di denaro ulteriore oltre a quella che sarebbe stata liquidata dal tribunale nella causa per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento per i familiari disabili. La circostanza in sé non sarebbe penalmente rilevante perché la legge consente di concordare una sorta di parcella aggiuntiva. La Procura, però, ipotizza una serie di minacce di ritorsioni che sarebbero state messe in atto per costringerli a pagare. Alle rimostranze dei clienti sarebbe stato, infatti, prospettato che avrebbero perso l’indennità di accompagnamento o, sostiene l’accusa, che avrebbero subito delle pesanti iniziative giudiziarie.

Secondo il giudice "i fatti emersi sono diversi da quelli contestati". La conseguenza è che gli atti sono stati restituiti alla Procura. Arnone, che per questa vicenda fu anche arrestato con l'accusa di estorsione (provvedimento annullato definitivamente dalla Cassazione) in quanto avrebbe chiesto e ottenuto dei soldi dalla collega Picone in cambio del suo silenzio mediatico sulla vicenda, parla di "ottimo risultato, ero stato io stesso a chiedere che formulassero le accuse in maniera diversa".

Su posizioni opposte la difesa secondo cui "non è neppure detto che ci sarà un nuovo processo". 

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