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Chiusura anticipata e cene vietate per fermare il Covid, i ristoratori: ”Fateci lavorare”

AgrigentoNotizie, dopo il nuovo Dpcm del presidente del Consiglio, ha incontrato imprenditori e lavoratori. Lo chef: "Ho tanta paura di restare nuovamente a casa fermo per mesi"

I ristoratori hanno l'obbligo della chiusura anticipata alle ore18. E per le consumazioni ai tavoli potranno accomodarsi solo 4 persone non conviventi. Tra i settori più penalizzati dalle misure introdotte dall’ultimo Dpcm, c’è anche quello della ristorazione. Titolari e gestori di pizzerie e ristoranti, dopo il lockdown, avevano investito denaro - e non poco - per aderguarsi alle stringenti misure sanitarie. Adesso, la nuova "doccia fredda" con regole che resteranno valide fino 24 novembre. 

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Dopo le ore 18, i ristoranti potranno comunque continuare a lavorare con le consegne a domicilio o con l’asporto dei cibi. Ma non è - e non sarà - semplice. AgrigentoNotizie ha incontrato i titolari di due noti ristoranti di Agrigento. “Siamo amareggiati, vogliamo solo lavorare – dice Melinda Casula – . Ci stiamo adeguando all’asporto e al domicilio, ma il ristorante è consumo al tavolo. Abbiamo bisogno di lavorare fino a tardi, questa chiusura alle ore 18 non ha senso”.

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Non tutti i ristoratori comunque si stanno organizzando con il servizio da asporto e della consegna del cibo a domicilio, modalità che stravolgono totalmente il concetto stesso di ristorante. “Ad Agrigento – dice, ai microfoni di AgrigentoNotizie, il ristoratore Alfonso Sanfilippo – non c’è la cultura del pranzo fuori, per noi significa perdere almeno il novanta per cento dei clienti”. Di sensibile calo del fatturato parla anche il ristoratore Gabriele Arcieri: ”Questo nuovo stop – dice ad AgrigentoNotizie – ci porta a perdere il settanta per cento del fatturato. Molti dei miei collaboratori – aggiunge – oggi sono a casa perché hanno perso il lavoro. Chiediamo un sostegno per il personale”. I mancati introiti e le spese di gestione delle attività sono delle reali insidie per i livelli occupazionali degli operatori della ristorazione.  “Ho tanta paura di restare nuovamente a casa fermo per tanti mesi– dice, ad AgrigentoNotizie, lo chef Marco Cannamela – noi vogliamo lavorare”.

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