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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Leone

Il ricorso è inammissibile: la villetta di San Leone non dovrà essere demolita

A distanza di oltre venti anni, palazzo dei Giganti aveva ordinato alla coppia proprietaria il ripristino dello stato dei luoghi

Il ricorso è stato dichiarato - dal Cga - inammissibile. La villetta di San Leone, destinata ad abitazione, non dovrà essere demolita. 

I coniugi Giuseppe Cimino e Maria Nocera – a seguito del rilascio di un permesso di costruire da parte del Comune di Agrigento - avevano realizzato, a San Leone, una villetta. A distanza di oltre venti anni, il Municipio ha ordinato il ripristino dello stato dei luoghi. La coppia ha proposto un ricorso innanzi al Tar Sicilia Palermo, segnalando svariate forme di eccesso di potere. Secondo quanto viene reso noto dall'avvocato Girolamo Rubino, si è costituita in giudizio, con un atto di intervento ad opponendum, Ornella Randazzo, proprietaria di un terreno frontistante, rappresentata e difesa dall’avvocato Gaetano Caponnetto, per chiedere il rigetto del ricorso.

La seconda sezione del Tar Sicilia, all’esito di un’istruttoria in contraddittorio tra le parti, riteneva fondato il ricorso e lo accoglieva, condannando - in solido - il Comune di Agrigento e Ornella Randazzo al pagamento delle spese giudiziali e delle spese di verificazione. Tuttavia la signora Randazzo, rappresentata e difesa dagli avvocati Gaetano Caponnetto e Giovanni Immordino, proponeva appello - prosegue la ricostruzione del legale Rubino - davanti al Consiglio di giustizia amministrativa contro la decisione sfavorevole del Tar Sicilia.

Si costituiva in giudizio l’architetto Giuseppe Cimino, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino per chiedere il rigetto dell’appello. Anche in appello veniva disposta una verificazione in contraddittorio tra le parti e all’esito della verificazione il Consiglio di giustizia amministrativa ha respinto l’appello proposto da Randazzo che ha proposto un ricorso per revocazione sostenendo - spiega l'avvocato Girolamo Rubino - che "la sentenza del Cga fosse affetta da un grave e decisivo errore di fatto consistente nell’avere considerato come demolite delle opere invece esistenti". Ancora una volta, Cimino si è costituito in giudizio per chiedere la declaratoria di inammissibilità e il rigetto del ricorso per revocazione.

Il Cga (presidente Claudia Contessa e relatore Antonino Caleca), con apposita sentenza, ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione proposto da Ornella Randazzo. Per effetto di tale sentenza - Rubino conclude la ricostruzione, resta valido il precedente giudicato. 

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