Fuochi d'artificio esplosi all'esterno del carcere, ancora una volta via Monsignor Costantino de Simone è terra di nessuno
I "botti" sono stati fatti esplodere allo scoccare della mezzanotte, verosimilmente si è voluto festeggiare il compleanno di qualche detenuto. Oggi, nella casa circondariale, si terrà il comitato per l'ordine e la sicurezza
C'era sicuramente da festeggiare. Cosa, non è chiaro. Non può esserlo. Probabilmente un compleanno, visto che i "botti" sono stati accesi e fatti esplodere allo scoccare della mezzanotte. Fuochi d'artificio alle spalle del carcere Pasquale Di Lorenzo, nella strada privata di via Monsignor Costantino de Simone per la precisione. E non è affatto la prima volta che avviene.
Si tratta della stradella dove, come raccontato da AgrigentoNotizie, i familiari dei detenuti si posizionano con le loro auto. Strombazzano i clacson, urlano, mettono musica a tutto volume e, a seconda della ricorrenza da celebrare, fanno esplodere appunto anche i fuochi d'artificio. Ed è accaduto di nuovo, nelle scorse notti.
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L'attenzione dei residenti di via Monsignor Costantino de Simone è stata richiamata prima dal furibondo abbaiare dei cani di proprietà. Il segnale, come sempre avviene, che lungo la strada c'era qualcuno non di passaggio. Poi, a mezzanotte, sono stati sentiti e visti i fuochi d'artificio. Scontato che quei "botti" siano stati sentiti anche dagli agenti della polizia penitenziaria che erano di turno.
Oggi, intanto, alla casa circondariale di contrada Petrusa si terrà il comitato per l'ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Filippo Romano. Si discuterà dell'allarme droni e inevitabilmente non potrà che parlarsi anche della situazione di via Monsignor Costantino de Simone e dei suoi abitanti che sono sistematicamente alle prese "con l'inenarrabile arroganza" dei familiari dei detenuti che utilizzano quella strada privata per cercare e trovare contatti con i propri congiunti reclusi. All'ordine del giorno del comitato, durante il faccia a faccia tra la polizia penitenziaria, l'amministrazione carceraria e i rappresentanti di questura, carabinieri e guardia di finanza, anche la rivolta dello scorso 2 gennaio quando circa cinquanta detenuti armati di bastoni, acqua e olio bollente hanno creato il caos. Nove i detenuti ora sotto inchiesta, anche per sequestro di persona e il ferimento di un agente della polizia penitenziaria. La protesta, quel pomeriggio, è scoppiata perché le celle, da mesi, erano al freddo. Durante il vertice delle autorità si parlerà anche di suicidi in carcere: l'ultimo caso un detenuto di 59 anni, originario di Isola Capo Rizzuto, che si è tolto la vita, sempre a gennaio, nella cella che occupava nel padiglione "Alta sicurezza".
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